(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 10 nov. - Funziona quasi come un videogioco, è stata messa a punto nel laboratorio di psicopatologia dell'Università di Torino .
L'applicazione è come un video gioco. "Come stai oggi?, come ti butta?". Il ragazzino può scegliere fra una lista di risposte "Male, mi sento triste. Il consigliere-amico virtuale indaga sulle ragioni del malessere. Risponde, suggerisce, cerca di indagare. Soprattutto, incentiva il dialogo: "Pensi che tua amica sia ancora offesa? Potresti invitarla ad uscire". Nel caso in cui le risposte confermassero sintomi di una vera e propria patologia psicologica, progressivamente il percorso porta a convincere il ragazzino a parlare con una adulto, fino a comunicare gli indirizzi dei servizi più vicini. La nuova app, applicazione per smartphone, una novità in Italia, è nata al laboratorio di psicopatologia della famiglia e dell'adolescenza del dipartimento di neuroscienze dell'Università di Torino coordinato da Federico Amianto. Si chiama "Social skills Trainer per adolescenti" (SST-A), ideata e messa a punto grazie al supporto dell'incubatore di impresa 213t dell'Università di Torino per fare da ponte nel vuoto di supporto e comunicazione fra pre-adolescenti e adolescenti e adulti.
"Abbiamo pensato ad un canale diverso di sostegno che sia in grado di contattare un disagio sempre più crescente fra i ragazzini - spiega Amianto - Gli operatori specializzati sono spesso considerati difficili da raggiungere: non necessari, oppure stigmatizzati, o incapaci di fornire un aiuto concreto. La scuola, gli insegnanti sono spesso impreparati e i rapporti familiari, con genitori molte volte impegnati e assenti, spesso ostacolano i giovani nella richiesta di aiuto". Il prototipo attende adesso solo un finanziamento e i tempi per la realizzazione potrebbero essere brevi se istituzioni e fondazioni decidessero di investire qualche risorsa. La diffusione potrebbe arrivare proprio attraverso la scuola, dice ancora Amianto.
Il software arriva in un periodo in cui i casi di psicopatologie adolescenziali sono in forte crescita, dice Secondo Fassino, direttore del Centro disturbi del comportamento alimentare delle Molinette: "In una riunione che si è svolta qualche giorno fra tutti gli esperti di psichiatria infantile adolescenziale e adulti è partito l'allarme su ricoveri sempre più lunghi di bimbi e ragazzi, da due mesi fino ad un anno. Troppo per pazienti che avrebbero bisogno di servizi sul territorio che mancano per carenza di personale ". I numeri confermano l'aumento delle patologie. Al centro delle Molinette nel 2014, il 30 per cento dei passaggi di pazienti riguarda ragazzini che soffrono di disturbi alimentari, anoressia bulimia, ma anche psicosi, attacchi di panico e principi di schizofrenia. "In cinque anni i casi sono raddoppiati e al Regina Margherita i ricoveri devono essere prolungati in attesa di trovare una risposta terapeutica che invece dovrebbe arrivare dai servizi sul territorio o day hospital".
(Wel/ Dire)