Idea a Ravenna contro "precoce addestramento" ad azzardo on line
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 10 nov. - Il gioco d'azzardo non è più 'una cosa da grandi' e, con le baby slot nei luoghi di divertimento e l'uso di internet, anche i più piccoli sono a rischio "ludopatia". E tra morbillo e varicella, i pediatri dovranno imparare a riconoscere anche i sintomi di un "precoce addestramento ai giochi online" pericolosi per il bambino. L'allarme e la proposta arrivano dal "Tavolo per il contrasto al gioco d'azzardo" del Comune di Ravenna, al quale hanno partecipato l'assessore ai Servizi sociali, Giovanna Piaia e le associazioni locali (Confcommercio, Confesercenti, Comitato cittadino antidroga, Auser, Ada, Villagio globale, Caritas, Gruppo dello Zuccherificio, Ravenna Cinema, Fabrizio Varesco Production, Porte Aperte, Psicologia urbana e creativa). L'idea è quella di "di coinvolgere in iniziative di informazione e formazione i medici pediatri per non sottovalutare l'incremento e la negatività dell'uso del web". Insomma, la lotta alla ludopatia va da zero ai 99 anni. E per non lasciare spazio al gioco d'azzardo a Ravenna, il Comune ha deciso di mettere in pratica alcune misure restrittive che vanno a colpire soprattutto le sale da gioco della città. Poi, con il nuovo "Regolamento delle sale da gioco", al posto delle slot, verranno installati apparecchi "da intrattenimento e giochi leciti".
Nell'ultimo anno, le associazioni locali si sono spese molto nei progetti anti-ludopatia ma le loro azioni avranno una risonanza maggiore se "riusciranno a sensibilizzare la collettività e chiamare in causa gli stessi gestori" spiega il Comune di Ravenna. L'appello dell'amministrazione è rivolto a tutti, dai più giovani, alle scuole fino agli anziani e alle famiglie, chiamate a "svolgere una reale opera di prevenzione, di informazione e sensibilizzazione".
Tuttavia, prima di curare (dalla ludopatia), bisogna prevenire. E questo, per Piaia, sarà possibile solo quando una normativa nazionale metterà ordine nella "estrema disomogeneità delle leggi regionali, dei regolamenti e delle ordinanze comunali e sindacali". E se da un lato non c'è un'azione governativa forte, dall'altro la dipendenza dal gioco "aumenta oltre il 110%" denuncia il Comune di Ravenna che, attraverso il Sert (servizio per le tossico-dipendenze dell'Ausl Romagna), lancia un altro allarme: "I servizi sanitari incontrano forti limiti nella cura di questa patologia, non solo dovuti all'aumento dell'utenza, ma anche alle gravi implicazioni di comorbilità che associano più forme di dipendenza contemporaneamente", conclude l'amministrazione.
(Wel/ Dire)