(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 10 nov. - Si chiama 'Nomofobia' (o, no-mobile-phone-fobia) il sentimento di ansia o disagio che alcune persone provano quando non hanno con sé il proprio telefonino. Gli smartphone sono diventati sempre più lo strumento utilizzato per navigare e organizzare la vita quotidiana. Ci sono i calendari, le indicazioni stradali, la comunicazione istantanea con gli altri, la dipendenza dai dispositivi è chiaramente in aumento con importanti conseguenze psicologiche.
Studi sulla memoria transattiva hanno mostrato che le fonti d'informazione esterne e affidabili a nostra disposizione su specifici argomenti riducono la motivazione e la capacità di acquisire e conservare la conoscenza di quel particolare argomento. Se in passato quindi le fonti primarie di informazioni su cui si poteva contare per esternalizzare le conoscenze erano le altre persone, ora nelle tasche si trova quasi sempre una fonte onniscienza. Perché preoccuparsi di ricordare qualcosa quando si può sempre e solo chiedere a uno smartphone? In effetti, questa ricerca rileva che quando si tratta di acquisire e conservare informazioni il nostro cervello tratta i vari dispositivi come partner di relazione. Non deve sorprenderci allora il sentimento di angoscia provato quando il cellulare è scivolato dalla tasca ed è caduto sul pavimento di un cinema.
E 'difficile studiare un fenomeno come la Nomofobia. I ricercatori della Iowa State University hanno pubblicato un articolo che conteneva un questionario di 20 domande chiamato 'Nomofobia Questionnaire' (o NMP-Q). Le domande erano state sviluppate intervistando gli studenti sui loro pensieri e sentimenti riguardanti i dispositivi (ad esempio, "Per cosa usi lo smartphone ?; Come ti sentiresti a trascorrere tutta una giornata senza smartphone, dimenticato a casa?; Ti provoca ansia l'impossibilità di utilizzarlo quando vorresti?"). Ma la domanda principale era: "Come ti sentiresti se non potessi utilizzare lo smarthphone?; Mi sentirei a disagio senza un accesso costante alle informazioni; Mi verrebbe il panico se fossi a corto di credito o se avessi raggiunto il mio limite di dati mensili; Mi sentirei in ansia se non potessi controllare i miei messaggi e le mie e-mail; Mi sentirei nervoso se non potessi ricevere sms e chiamate".
Dalle risposte, gli studiosi - sulla base di 7 scale di valutazione che vanno dal disaccordo forte all'accordo forte - hanno diviso il campione dei partecipanti in tre gruppi: Nomofobia mite (punteggi di 21-59), moderata (decine di 66-99), o grave (punteggi ? 100). Sono state successivamente identificate quattro componenti della Nomofobia: incapacità di comunicare con le persone; perdita generale della connessione; incapacità di accedere alle informazioni; rinuncia alla comodità. Da questa ricerca è stata sviluppata e validata una scala. L'autore è Piercarlo Valdesolo, professore assistente di Psicologia al Claremont McKenna College.
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