(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 nov. - Uno stadio "autism friendly", perche' anche i ragazzi autistici possano seguire le partite di football in condizioni adeguate alle loro necessita': l'idea nasce dalla nuova collaborazione tra la squadra di football americano Seattle Seahawks e l'associazione "A-OK Autism" e coinvolge lo stadio CenturyLink Field di Seattle. Agli spettatori con autismo - in questo consiste l'iniziativa - sara' consegnato un kit che li aiutera' a seguire piu' serenamente la partita: cuffie per attutire i rumori, tappi per le orecchie, giochi sensoriali, uno schema dettagliato del gioco e un cartellino identificativo con la scritta "I'm A-OK"m, che permettera' agli altri spettatori di riconoscere i tifosi con autismo e di essere quindi piu' disponibili e pazienti, se necessario. Questo "kit del tifoso" e' solo la prima delle "tante piccole cose che sappiamo di poter fare per i nostri fans con autismo", dicono i responsabili della squadra. Ed e' un esempio di quanto lo sport possa essere luogo di inclusione, quando incontra il volontariato per costruire idee e progetti.
La squadra e' stata contattata, nel luglio scorso, da Jennifer Sollars e Michelle Wilkerson, cofondatrici del Centro per autismo di Tulsa: la Seahawks e' infatti nota per l'impegno con cui, insieme alla sua associazione, cerca di costruire una cultura e una consapevolezza dell'autismo. "I genitori lavorano instancabilmente per fornire istruzione adeguata, terapie e sostegno ai loro bambino con autismo, in modo che possano diventare indipendenti - spiega Michelle Wilkerson - ma ci siamo resi conto che ancora tanti, nella comunita', non comprendono le loro esigenze specifiche e vanificano cosi' i loro sforzi. Il nostro programma - spiega - vuole sostenere il loro impegno per l'indipendenza, ma anche dare alle imprese strumenti e risorse per riconoscere e aiutare i loro clienti con autismo". Per questo e' nato il Centro per l'autismo di Tulsa e, al suo interno l'organizzazione A Ok Autism, che si pone l'obiettivo di aiutare le persone con autismo a "identificarsi". "Poiche' l'autismo e' una disabilita' invisibile - spiegano i promotori - e' importante che queste persone abbiano una propria identificazione e siano riconoscibili. Per via della mancanza di un appropriato senso del pericolo, infatti, le persone con autismo sono piu' facilmente vittime di violenza o di offese non intenzionali. Oltretutto - aggiungono - l'identificazione aiuta le famiglie a sentirsi piu' tranquille nei luoghi pubblici: piu' le altre persone sono consapevoli della disabilita', piu' saranno comprensive e di aiuto verso queste famiglie".
(Wel/ Dire)