Ingrassia (Cipa): La crisi dell'adolescente è fisiologica
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 nov. - "Nelle nostre stanze arrivano sempre più spesso bambini con disturbi conclamati in età precoce, così com'è ormai all'ordine del giorno vedere adolescenti con attacchi di panico. Non può trattarsi solo di un dato organico, qualcosa è cambiato anche nel processo evolutivo, che è diventato altro rispetto a 15/20 anni fa. Dobbiamo capire perché tanti adolescenti crollano e tanti bambini arrivano con sintomatologie già così strutturate. La clinica su questo si deve interrogare, non può essere sganciata dal cambiamento sociale e strutturale". È dura la presa di coscienza di Rosy Ingrassia, psicologo psicoterapeuta e socio analista del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) - Istituto per l'Italia Meridionale e per la Sicilia.
"La clinica deve tener conto di come il collettivo si integra e si scontra con l'individualità. Ci sentiamo di portare avanti qui in Sicilia il pensiero junghiano nell'età evolutiva- prosegue- lo faremo con l'Istituto di Ortofonologia (IdO) che se ne occupa da tempo, mentre per noi è un terreno iniziatico. Ci vogliamo sperimentare, è un approfondimento e una scommessa".
L'adolescenza è un'età "di cui non si sa a chi appartiene la competenza. E se si sa, non ci sono spazi per poterla accogliere- fa sapere Ingrassia- spesso transita dalla neuropsichiatria a una psichiatria. Purtroppo si perde di vista quanto la crisi dell'adolescente sia fisiologica e non patologica- precisa- e si rischia troppo presto di patologizzare. È una sfida quindi che raccogliamo e portiamo avanti, e che ci porta ad avere come relatori del primo seminario del 7 novembre a Catania, su 'L'intervento psicoterapico in età evolutiva: fra psiche e soma', non solo Carmela Tata, segretario regionale della Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (SInpai), ma anche operatori degli ospedali. Vogliamo far capire cosa significhi dare un senso analitico, attraverso la psicologia del profondo, a un contesto dove la medicalizzazione è obbligatoria. La sfida è far uscire il pensiero della psicologia analitica dai contesti privati- conclude Ingrassia- e portarli nei contesti pubblici, come la scuola o i reparti di neuropsichiatria o di psichiatria".
(Wel/ Dire)