Progetto con 130 studenti raccontato nel libro 'Il mio nottario'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 nov. - 'Il mio nottario' è una guida per aiutare insegnanti e genitori a realizzare 'l'ora dei sogni' in qualsiasi scuola elementare. Il libro, edito Moretti & Vitali, riproduce senza commenti i disegni realizzati da 130 bambini, "perché il sogno va solo raccontato e accolto, mai giudicato. Riguarda una sfera così intima e privata che ogni giudizio, anche se positivo, potrebbe disturbarli". A raccontare alla DIRE questa bellissima esperienza, finanziata dalla fondazione Susan Bach di Zurigo e partita quasi due anni fa in cinque classi della seconda elementare della scuola primaria statale De Gasperi di Noicattaro (provincia di Bari), è l'autrice Eva Pattis Zoja, analista junghiana (Iaap/Cipa) e terapeuta della sabbia (Isst): "Dopo solo pochi mesi il lavoro sui sogni ha reso questi bambini più capaci di ascoltare e ascoltarsi, più aperti in generale e più disponibili a parlare delle loro emozioni- prosegue l'ideatrice- ma ha anche rovesciato il ruolo della maestra. L'insegnante deve solo stare lì ad ascoltarli e ad imparare da loro. Nessun intervento, nessuna correzione e un grande sollievo per tanti piccoli studenti".
Quest'anno il progetto è stato esteso anche alla quarta e quinta elementare, che dedicano un'ora al proprio mondo interno ogni 15 giorni. Le cartelle che raccolgono i sogni scritti e/o disegnati rimangono nella scuola fino alla quinta elementare, e solo successivamente vengono consegnati alla famiglia per rispettare al massimo la privacy dei bambini.
- Da dove nasce 'L'ora dei sogni'? "I bambini di oggi non sono in contatto con le loro immagini interiori- spiega Pattis Zoja- crescono bombardati sin dalla più tenera età da immagini esteriori provenienti da tutti gli schermi possibili, tv, computer e videogames. Le maestre delle elementari lamentano infatti una crescente mancanza di attenzione e concentrazione: i bambini interrompono le loro attività in un tempo sempre più breve. Farli soffermare sui sogni- precisa la psicologa- ha quindi permesso a questi minori di connettersi con il proprio mondo interiore, con la propria fantasia. È come se vedessero dei film molto più autentici rispetto a quelli che propone il mondo esterno".
- C'è anche un aspetto sociale? "Si- risponde la terapeuta- imparano ad ascoltare in silenzio il racconto del compagno e ad accettare le immagini degli altri. Le loro storie possono essere strane, fare paura o essere buffe. Imparano ad accettare l'altro anche in quanto irrazionale e non aspettato".
- Come hanno reagito i genitori? "Gli adulti all'inizio erano perplessi, erano preoccupati di perdere la loro privacy. Ma questo non è successo. I bambini hanno capito che il racconto dei sogni doveva rimanere confinato in quell'ora, e non hanno raccontato a casa né i loro sogni né quelli dei compagni".
Umberto Calimberti parla di "un analfabetismo emotivo dei bambini. L'ora dei sogni li aiuta ad alfabetizzarsi in questo senso: imparano a confrontarsi con emozioni molto forti davanti a tutta la classe, imparano a differenziare le emozioni, a conoscerle e a fidarsi che poi vengano accettate. È un discorso molto importante oggi, perché già a 8 anni i bambini sono in difesa, controllati, non vogliono sbagliare e non si lasciano andare".
- Perché una guida per i genitori? "Per spiegare agli adulti come fare ad aiutare i bambini che soffrono di mancanza di attenzione e concentrazione. Il genitore- consiglia l'analista junghiana- deve essere più presente nell'ascolto, anche nei racconti più semplici e banali dei bambini. Oggi gli adulti sono facilmente distratti e difficilmente ascoltano il racconto, magari articolato, confuso e contraddittorio, dei loro figli. Ai genitori dico: 'Sedetevi tranquilli e calmi e ascoltate i bambini cosa hanno da dire, senza dare consigli o giudizi, sia essi positivi che negativi. Tendiamo a dare tantissimi giudizi positivi ai bambini, che non sempre capiscono i criteri che muovono gli adulti a dire 'bravo' e 'non bravo'".
- E i docenti? "Per loro ci sono regole molto chiare da seguire, dei rituali da rispettare: l'ora dei sogni deve essere fatta sempre lo stesso giorno e prima di iniziare bisogna abbassare la luce in classe, creando un'atmosfera tranquilla e distesa. Devono avere tanti accorgimenti per proteggere il loro racconto- prosegue Pattis Zoja- ci sono bambini che vogliono raccontare, altri che si rifiutano, altri che desiderano parlare solo alla maestra, o ancora che prediligono il disegno alla parola. Tanti i dettagli da considerare, ma se gli insegnanti si attengono a queste linee guida riusciranno a realizzare un progetto che può essere fatto in molte scuole a costo zero e con un effetto grandissimo. Al momento- conclude Pattis Zoja- hanno espresso interesse diversi istituti a Milano e Bergamo".
(Wel/ Dire)