I Dca interessano 2 milioni di giovani. Articolo de 'Il Giorno'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 31 mar. - Un piacere e una necessità. Ma allo stesso tempo una sfida da vincere. In una parola: cibo. Già, perché spesso dietro il bisogno fisiologico, dietro il gusto di una pietanza saporita si nasconde un disagio.
E l'altra faccia della medaglia, o meglio l'altra faccia di un ... piano che si riempie via via di problemi, disturbi e infine di diagnosi: bulimia e anoressia. Servono interventi. Oggi più che mai e l'imminente appuntamento con Expo 2015 ci invita a riflessioni ancora più approfondite. Del resto sono i dati a imporci una svolta ea dipingere il quadro della situazione con i colori dell'emergenza.
SOLO IN ITALIA i disturbi alimentari interessano 2 milioni di giovani. 11 40% di questi casi si manifesta tra i 5 e i 19 anni, ma si assiste a un preoccupante abbassamento dell'età del fenomeno con i primi indizi che possono comparire addirittura in fase preadolescenziale, tra gli 8 e i 12 anni. Per il ministero della Salute, nei paesi industrializzati come l'Italia, l'1'8% delle ragazze tra i 12 e 25 anni di età soffre di disturbi alimentari che possono essere ricondotti all'anoressia, mentre secondo il rapporto Eurispes nella stessa fascia di età sarebbero oltre 2 milioni i ragazzi bulimici.
Dunque che fare? Come intervenire? Sara banale, ma prevenire e meglio che curare perché gli studi fondati sull'analisi di pazienti sottoposti a terapie mediche, dimostrano che il tempo di recupero e molto lungo, dai 57 ai 79 mesi, e che il tasso di mortalità per anoressia cresce enormemente se il trattamento non e tempestivo. Per quanto riguarda la bulimia nervosa, invece, I' Associazione degli psichiatri americani indica un tasso di successo dei pazienti trattati del 50-70% nel breve periodo e del 30-50% nel lungo. E quindi necessario cogliere i primi indizi che possono manifestarsi in diverse forme tra cui l'eccessiva preoccupazione per il cibo e le calorie, e il ricorrere continuamente al controllo della bilancia.
E una sfida ardua, difficile. Si può vincere, ma serve l'aiuto di tutti. Le istituzioni devono farsi promotrici di una campagna che offuschi il falso mito della magrezza e della forma fisica perfetta da raggiungere a tutti i costi. Serve una battaglia culturale che ridimensioni l'immagine della perfezione del corpo femminile dettata dal mondo televisivo che induce il 60,4% delle ragazze, fra gli 11 e i 14 anni, a desiderare di essere più magre.
Eppure la vera svolta dipende da noi. Dal nostro comportamento a tavola e non solo. E magari pensare che il segreto stia nell'acronimo della stessa parola "Cibo": C sta per "cuore" e per l'amore che dobbiamo nutrire per noi stessi, I sta per quella "importanza" che dobbiamo attribuire a un problema da non sottovalutare, B sta per "benessere" psicofisico da raggiungere, mentre la O di "ora" ci impone di non perdere tempo e intervenire subito per correggere i disturbi alimentari. Solo con questi... ingredienti la sfida può essere vinta. Solo cosi il cibo, oltre a una necessita, può tornare a essere vero piacere.
(Wel/ Dire)