Non sono malattie dell'appetito, esprimono un disagio emotivo
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 31 mar. - I Disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono in continuo aumento tra i soggetti dai 10 ai 25 anni. Per cambiare rotta "occorre un approccio di tipo integrato. Un intervento inteso non come regolazione esclusiva del peso corporeo, ma piuttosto come adozione di comportamenti finalizzati al cambiamento degli stili di vita e al miglioramento dei generali livelli relazionali e affettivi, che contribuiscono ad accrescere il livello di consapevolezza del bambino o dell'adolescente e della sua famiglia". Una posizione chiara quella dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che informa: "Oltre ai più noti disturbi come anoressia, bulimia, binge eating disorder (sindrome da alimentazione incontrollata), dismorfofobie (eccessiva preoccupazione per una parte del proprio corpo nonostante questa rientri nei canoni di normalità), ci sono altri comportamenti alimentari disfunzionali: l'ortoressia (progressiva rinuncia al cibo considerato poco salutare, selezionando gli alimenti che sono totalmente privi di grasso e che 'permetterebbero' di ottenere un fisico tonico) e la drunkoressia (abitudine a non mangiare nulla durante tutto il giorno per poi buttarsi sull'alcol durante gli aperitivi. I cosiddetti happy hour)". I DCA NON SONO MALATTIE DELL'APPETITO - Questi disturbi "non devono essere considerati solo malattie dell'appetito- chiarisce l'IdO- attraverso il rapporto con il cibo negato, cercato e rifiutato, o ingerito in quantità smodata, spesso si esprimono in modi diversi disagi emotivi e psicologici profondi. La pratica clinica, che ci pone in contatto con migliaia di bambini e adolescenti, ci mostra come le abitudini alimentari siano spesso indice di un profondo disagio emotivo e relazionale. Una conferma viene dal mondo della ricerca, che ha spesso riscontrato tratti depressivi in ragazzi che soffrono di Dca". L'Istituto di Ortofonologia sottolinea quindi "la necessità di interventi mirati in questi ambiti, che si sono dimostrati efficaci per migliorare sia il livello di consapevolezza che i reali comportamenti di bambini e adolescenti rispetto all'alimentazione. Ciò ha gradualmente diminuito il simbolico valore del cibo come strumento compensativo, che veicola parti disfunzionali delle relazioni intra ed extra familiari, per i soggetti tra i 6 e gli 11 anni".
Nella fascia d'età tra i 12 e i 18 anni, "quando non solo il cibo, ma soprattutto il corpo sono al centro dell'attenzione del preadolescente e dell'adolescente, ancora più fondamentale è il lavoro sul piano emotivo-relazionale".
I CONSIGLI DELL'IDO PER INTERVENIRE SU PIÙ LIVELLI - L'IdO propone 8 consigli per prevenire i Dca: 1 "Agire fin dai primi anni di vita per combattere i comportamenti alimentari scorretti; 2 calcolare l'indice di massa corporea a sei anni; 3 ridurre il più possibile i giochi sedentari e il tempo che i bambini trascorrono davanti alla televisioni ed ai video giochi; 4 regolarsi con le porzioni di cibo; 5 migliorare la qualità del cibo offerto nelle mense scolastiche; 6 predisporre attività formative per aiutare gli insegnanti e il personale scolastico a promuovere uno stile di vita sano; 7 prestare una maggiore attenzione alle attività domestiche e supportare i genitori nell'incoraggiare i bambini ad essere più attivi; 8 infine- conclude l'IdO- rilevare e intervenire sulle componenti emotive e relazionali che spesso si associano ai comportamenti alimentari scorretti e che possono portare all'instaurarsi di disturbi psicologici anche molto gravi".
(Wel/ Dire)