Una delle risorse messe in campo dal ministero Istruzione
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 24 mar. - Si chiamano "centri per l'autismo" e presto ci saranno in ogni regione italiana: sono una delle risorse messe in campo dal ministero dell'Istruzione per favorire l'inclusione scolastica degli alunni autistici, attraverso il lavoro di rete e la valorizzazione delle buone prassi.
Oltre il primo sportello aperto a Vicenza, ne sono previsti altri altri a Palermo, Bari, Napoli, Roma, Prato, Bergamo e Torino. "L'obiettivo di questi sportelli e' favorire la condivisione delle conoscenze e delle buone pratiche in materia di autismo, a partire dalle esperienze maturate dagli insegnanti e a favore di altri docenti, ma anche studenti e famiglie", ha affermato Giovanna Boda, responsabile della Direzione generale dello studente del Miur.
"Crediamo che i migliori insegnanti per gli insegnanti siano gli insegnanti stessi spiega- sembra un gioco di parole, ma e' cosi': il tutoraggio tra insegnanti e' una risorsa preziosa e da valorizzare. Ed e' una delle risposte che diamo ai problemi della scuola in materia di inclusione: non puo' essere certo l'unica, ma e' indubbiamente un buon punto di partenza".
Ma come funziona, praticamente, uno sportello autismo? Un gruppo di insegnanti con una particolare esperienza e conoscenza sull'autismo fa capo ad un Centro territoriale di supporto (Cts), aggiungendosi al gruppo di due o tre operatori specializzati che gia' prestano li' servizio.
Ciascuno di loro si rende disponibile per un certo numero di ore a settimana o al mese. Quando giunge una richiesta di aiuto da una scuola, perche' un collega ha difficolta' a gestire una situazione problematica, due insegnanti del centro si recano li', affiancano il docente, svolgono insieme un'osservazione sistematica e individuano soluzioni operative molto semplici e mirate. Rimangono poi in contatto con il collega, assistendolo con consulenze e, se necessario, ritornando sul posto.
Successivamente, l'attivita' di sportello potra' rivolgersi anche alle famiglie, divenendo un punto di riferimento e di raccordo per la scuola, i genitori e i servizi socio-sanitari. In altri termini, l'obiettivo e' creare, in ogni regione, "pool" di insegnanti specializzati nell'autismo, che possano divenire punto di riferimento per i colleghi o le scuole che, trovandosi in difficolta', abbiano bisogno di essere aiutati.
Lo sportello di Vicenza. Mentre si lavora per diffondere in tutta Italia l'esperienza dei centri per l'autismo, il primo nato, quello di Vicenza, registra risultati incoraggianti: coinvolge come operatori una ventina di insegnanti e offre consulenza a circa 80 consigli di classe, corrispondenti ad oltre il 30% del totale degli alunni con autismo che frequentano le scuole del territorio. Lo sportello ha costi molto contenuti (qualche migliaia di euro l'anno), tutti coperti con fondi ordinari.
La storia inizia con i Cts. L'esperienza degli sportelli nasce all'interno di quella dei Centri territoriali di supporto (Cts), nati nel 2006 con il progetto "Nuove tecnologie e disabilita'": oggi questi centri sono 106, hanno una diffusione a livello provinciale e sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ciascuno di essi ha ricevuto, lo scorso nano, un finanziamento di circa 11 mila euro Hanno sede presso scuole polo e vi operano, in media, due docenti specializzati nel campo delle nuove tecnologie per la didattica inclusiva. Obiettivo generale dei Cts e' la creazione di una rete territoriale permanente, che consenta di raccogliere e diffondere le conoscenze e le risorse per la didattica inclusiva attraverso le nuove tecnologie. I Cts, inoltre, promuovono iniziative di formazione sull'uso corretto delle tecnologie rivolte gli insegnanti e agli altri operatori scolastici, ai genitori e agli stessi alunni disabili. Insomma, tra le mille difficolta', le risorse che non bastano mai e sono sempre meno, gli alunni disabili che, invece, sono sempre di piu', si scommette su nuove modalita' e nuovi strumenti, per mettere in rete conoscenze ed esperienze e non lasciare senza risposta (o con risposte inadeguate) i bisogni e le domande di tanti studenti. E di tanti insegnanti.
(Wel/ Dire)