Si chiama 'Social Innovation Home e Mindbook'. L'ha ideato la cooperativa sociale Tice
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 24 mar. - Un social network per aiutare i ragazzi autistici a sviluppare la propria autonomia. All'inizio uno psicologo accompagnera' ognuno di loro durante l'approccio con i diversi utenti della rete.
Selezioneranno amici in base agli interessi, alla curiosita' e alla simpatia. Per arrivare poi alla gestione in autonomia del proprio profilo. Ma non finisce qui.
Perche' il passo successivo e' quello di potersi incontrare dal vivo. Dal reale al virtuale e viceversa. Si chiama "Social Innovation Home e Mindbook" e a realizzarlo e' stata la cooperativa sociale Tice di Piacenza, che si occupa di ricerca e innovazione nel campo educativo per bambini e ragazzi con disturbi dell'apprendimento, problemi di sviluppo, autismo e altre disabilita'. A sostenere il progetto e la campagna di fundraising sul territorio, per raccogliere i 180 mila euro necessari alla sua realizzazione, e' intervenuta anche la fondazione 'I bambini delle fate' da sempre attiva nel campo della disabilita'. "L'idea di creare un social network ad hoc e' nata quando abbiamo visto che molti ragazzi con disabilita' venivano esclusi dall'utilizzo del web perche' ritenuto pericoloso- racconta Francesca Cavallini, presidente di Tice-allora abbiamo iniziato a immaginare un percorso che li aiutasse a capire di cosa si trattava, di come muoversi e come interagire con le altre persone all'interno della rete".
Ma come funziona? Il primo passo e' capire gli interessi di ognuno dei ragazzi e poi aprire degli account gestiti da diversi psicologi che li seguono passo dopo passo. "Il percorso e' immaginato in tre diversi livelli- spiega Cavallini- Il primo riguarda ragazzi con gravi disabilita', e in questo caso il social network ha piu' una funzione di ausilio e scambio di informazioni per le famiglie. I due step successivi riguardano invece i ragazzi che hanno disabilita' piu' lievi e che riescono a interagire attraverso il web". Nel livello intermedio c'e' ancora lo psicologo che accompagna i ragazzi nella navigazione e nell'interazione con gli amici, lasciando la possibilita' di scegliere cosa fare e con chi parlare o scambiarsi l'amicizia.
Nell'ultimo passaggio si ha la completa autonomia nella gestione del proprio profilo. "Il nostro obiettivo e' aiutare chi ha una disabilita' a non sentirsi solo- continua Cavallini- incentivandolo alla socializzazione".
Il progetto prevede, oltre al lato virtuale, anche un aspetto reale grazie alla creazione di uno spazio in cui i ragazzi possono incontrarsi dal vivo. "Nella Social Innovation Home, che realizzeremo a Piacenza - precisa Cavallini - i ragazzi possono darsi appuntamento. In piu' abbiamo pensato anche al luogo come una sorta di doposcuola dove chi vuole ripetizioni su alcune materie puo' 'pagarle' scambiando il suo tempo. Un'ora dedicata a un compagno disabile in cambio di un'ora di ripetizione".
L'attivazione del social network e' prevista per settembre mentre la casa sara' pronta per novembre. "Per ora sono circa una quarantina i ragazzi di tutt'Italia che apriranno un loro account- conclude Cavallini- La nostra speranza e' che questo progetto prenda piede e si diffonda ovunque e che possa dare un aiuto a chi ne ha davvero bisogno".
(Wel/ Dire)