(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 17 mar. - "Sappiamo tutti che quando un genitore porta il figlio da uno specialista per un consulto è necessario avere anche il consenso dell'altro genitore per poter procedere ad un secondo incontro, se necessario, o addirittura per iniziare la terapia. Purtroppo, capita sempre più spesso che i genitori separati usino i figli per litigare, ma adesso utilizzano anche gli psicologi per aumentare il livello di litigiosità". Lo rileva Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO).
"È una situazione che danneggia il minore e non rispetta il lavoro del clinico, perché ovviamente lo specialista saprà al termine dell'incontro se l'altro genitore è d'accordo o meno. A questo punto- afferma Castelbianco- occorre chiedere il consenso a prescindere, anche se la coppia non è separata, perché il coniuge non separato ha il diritto di dare il proprio consenso. Bisogna prendere una posizione di chiarezza, non possiamo essere ostaggio delle velleità e delle ire del genitore che si considera escluso per un suo processo mentale e non per una realtà".
Il direttore dell'IdO conclude con un appello: "Si chiede all'Ordine degli Psicologi che, qualora vi fossero denunce che risultino non corrette, possa intervenire a tutela della professione chiedendo un risarcimento che ovviamente andrà nelle casse dell'Ordine a favore dei procedimenti per i minori".
(Wel/ Dire)