Articolo di Mirta Mattina sul sito dell'Ordine Psicologi Lazio
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 mar. - Paola ha partorito da cinque giorni e si rivolge a Sabrina, l'ostetrica che l'ha seguita, per chiedere consigli sull'allattamento di Alice.
Sabrina le suggerisce di attaccarla al seno tutte le volte che la bimba lo richiede, senza orari rigidi, di pesarla una volta a settimana, di contare il numero di pannolini bagnati durante un giorno, di non darle ciucci o biberon (che potrebbero confonderla), né altri liquidi o alimenti inclusa l'acqua, perché fino al sesto mese il latte materno è sufficiente; la informa che anche dopo l'introduzione dei cibi solidi, dopo il sesto mese, l'allattamento al seno può continuare finché madre e bambino lo desiderano. Sabrina spiega che questo approccio permette di sfruttare pienamente tutti i benefici dell'allattamento per la salute fisica e psicologica di mamma e bimba.
Paola contenta torna a casa e inizia a mettere in atto i suggerimenti: è molto soddisfatta di quello che fa, si sente una brava mamma, è orgogliosa e felice. Inoltre Francesco è molto presente e la sostiene lodandola spesso. Francesco e Paola sono innamorati della piccola Alice e in casa sembra regnare un'armonia quasi magica. Nei giorni successivi Paola riceve molte visite di amici e parenti, è felice ma anche un po' affaticata. Alice richiede cure costanti, di notte si sveglia più spesso di quanto Paola si aspettasse e Francesco è ritornato al lavoro.
Maria, la suocera, le dice spesso che la vede stanca e che Alice così impara ad averle tutte vinte e si vizia. Maria con i suoi cinque figli è stata inflessibile: poppate ogni 4 ore, dormire nella loro stanza, non prenderli in braccio spesso.
Secondo Maria, la nuora sta sbagliando tutto.
Paola è preoccupata di stare sbagliando qualcosa. Come mai sua figlia vuole poppare così spesso e non dorme tutta la notte? Le critiche della suocera e di altre conoscenti le fanno accumulare rabbia, tristezza e frustrazione. Per la maggior parte del giorno è sola, le manca la mamma che vive in un'altra città. La sera quando Francesco rientra trova sempre più spesso Paola con il muso o molto triste.
Un'amica le dice che forse Alice vuole poppare così spesso perché lei ha poco latte. Le consiglia di distanziare le poppate per far riempire il seno e le suggerisce una tisana. Paola dà ad Alice il ciuccio, e beve molta tisana durante il giorno. Nella speranza di abituare sua figlia a dormire più a lungo la sposta nella sua stanzetta, ma i risvegli notturni aumentano, alzarsi molte volte e andare di là è ancora più faticoso, inoltre Paola soffre a stare lontano dalla sua piccolina, le sembra innaturale, Alice sembra più insoddisfatta e nell'ultima settimana cresce di meno. Paola è disorientata e stanca, Francesco è perplesso e inizia a chiedersi se sua madre non abbia ragione. Le dice che forse dovrebbe ascoltare di più i consigli di Maria e farsi aiutare. Paola è sconfortata: cosa sta sbagliando? Le cose sembravano andare tanto bene! Non riesce a credere che Francesco stia dando ragione a Maria e non ha più voglia di confidarsi con lui.
Durante una visita Marcella, una cugina a cui Francesco è molto legato, si dice stupita che la bimba non dorma molte ore di fila, suggerisce a Paola di pesarla prima e dopo la poppata e integrare l'allattamento al seno con l'aggiunta di latte artificiale, in modo da far mangiare di più Alice e ridurre così il numero delle poppate. Andata via Marcella, Francesco sbotta, è molto arrabbiato, dice che sua madre aveva ragione e che è arrivato il momento di cambiare tante cose. Paola scoppia a piangere e scrive un post su facebook per chiedere consiglio ad altre mamme, ma riceve informazioni tutte diverse fra loro. È sempre più confusa, sconfortata e arrabbiata. Francesco è preoccupato per Paola e anche stanco, non può permettersi di perdere colpi, ama sua moglie ma a volte gli sembra un po' troppo testarda nel non volersi fidare di chi ha esperienza.
Paola a questo punto decide di richiamare Sabrina e Marta, l'ostetrica e la psicologa del consultorio. Loro, accogliendo la sua stanchezza e lo sconforto, le ribadiscono che non c'è nulla che non vada in lei e in Alice. Sabrina le dice che è naturale che una bimba di quell'età si svegli molte volte e tornando all'allattamento esclusivo (senza ciucci, tisane e senza distanziare le poppate) la bimba riprenderà a crescere bene. Marta la ascolta e le dice che potrebbe provare a chiedere alle persone che le vogliono bene di sostenerla di più nelle sue scelte, piuttosto che criticarla e magari di darle qualche aiuto pratico in casa per rendere meno faticosa la quotidianità.
Come andrà a finire questa storia? Nella delicata fase dei primi mesi i genitori devono sentirsi liberi di trovare il proprio stile di accudimento senza essere sottoposti a critiche e imperativi categorici; hanno bisogno però d'informazioni chiare e basate per poter compiere una scelta davvero informata seguendo ciò che ritengono meglio per loro.
Che fare allora? Il primo passo per cercare di orientarsi è cercare fonti d'informazione valide e attendibili, ad esempio le indicazioni del ministero della Salute, dell'Istituto superiore di Sanità e dell'Organizzazione mondiale per la Sanità rispetto a gravidanza, parto e allattamento.
Il nostro benessere emotivo e la nostra salute fisica sono condizionati in modo molto favorevole dalla possibilità di fare scelte informate e libere. E se stiamo bene noi stanno bene anche i nostri figli.
Per la donna che desidera allattare è inoltre di fondamentale importanza trovare intorno a sé sostegno e condivisione delle esperienze. Per questo è essenziale potersi rivolgere a professionisti della salute - medici, ostetriche, psicologi - che condividano e accompagnino le loro scelte e siano in grado di rispondere al loro bisogno d'informazioni e sostegno. E poiché "per crescere un bambino ci vuole un villaggio", occorre anche trovare la propria rete di sostegno locale: altre madri e padri affini nelle scelte e nell'approccio alla genitorialità. Un suggerimento utile è quello di chiedere agli altri di darci l'aiuto di cui abbiamo davvero bisogno, ad esempio al posto dei consigli, potremmo chiedere ad amici e parenti aiuti pratici e concreti come: pulire la casa mentre noi riposiamo con il nostro bimbo/a, prepararci qualcosa da mangiare, fare qualche lavatrice, stendere o ritirare i panni. A volte gli aiuti più semplici risultano essere i più preziosi! Quali sono le questioni collegate all'allattamento, o alla genitorialità in senso più ampio, che ti sei trovata/o ad affrontare? Discutiamone insieme! (Wel/ Dire)