(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 26 mag. - Lo shopping compulsivo determina, chiaramente, gravi ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa, familiare e coniugale, oltre alle inevitabili perdite finanziarie e all'importante portata di stress psicologico, di ansia, di depressione e di perdita di ogni controllo sulla propria volontà.
Kraepelin la chiamava oniomania, al secolo shopping compulsivo o impulso patologico a comprare. Di cosa si tratta? Sicuramente consiste nell'effettuare delle compere, ma ciò che lo differenzia dalle normali spese, che tutti comunemente eseguiamo, è la necessità di dover comprare a tutti i costi qualcosa, ovvero acquistare in maniera compulsiva. Quindi, il confine tra lo shopping praticato in maniera innocua e lo shopping compulsivo risiede proprio nella compulsività data dell'atto del comprare.
In questo caso lo shopping è un processo di compensazione che provoca un senso di riempimento transitorio e fittizio rispetto a qualcosa che manca, chiaramente niente di materiale. Infatti, andrebbe ad alleviare uno stato depressivo sottostante di cui il soggetto non sempre è consapevole.
Chi mette in atto l'acquisto esperisce una sensazione di piacere immediato, che presto è sostituito dal doloroso senso di colpa di aver speso gli ennesimi soldi, derivante, a sua volta, dalla mancanza di controllo che porta all'agito compulsivo.
Chi è affetto da dipendenza da shopping afferma di sentirsi assalito dal bisogno urgente di comprare, che lo costringe a mettere in atto il comportamento, dettato da un impulso irrefrenabile e intrusivo. Questa spinta incontrollabile all'acquisto, tipica dei compratori compulsivi, è stata definita "buying impulse", ed è descritta come una pervasiva tendenza distruttiva, creata da un bisogno urgente che preme per essere soddisfatto.
Gli shopper compulsivi tendono ad accumulare sempre più oggetti per placare il senso di vuoto e mancanza, che chiaramente non sarà mai appagato poiché non è colmabile con qualcosa di materiale.
Questo disturbo somiglia per molti versi ad altre forme di dipendenza, per questo sono presenti fenomeni di craving (incapacità di controllare l'impulso a mettere in atto il comportamento dannoso), di tolleranza (che porta i soggetti al bisogno di aumentare progressivamente le dosi, quindi la quantità di oggetti da comprare, il denaro speso e il tempo da dedicare agli acquisti), e di astinenza (le crisi a cui va incontro lo shopper compulsivo quando per qualsiasi motivo si trova impossibilitato all'acquisto).
Lo shopping compulsivo determina, chiaramente, gravi ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa, familiare e coniugale, oltre alle inevitabili perdite finanziarie e all'importante portata di stress psicologico, di ansia, di depressione e di perdita di ogni controllo sulla propria volontà.
Liberarsi dalla dipendenza da shopping è possibile, attraverso una psicoterapia che aiuti a tenere sotto controllo i comportamenti problematici e li riduca nel tempo fino, nel migliore dei casi, a farli scomparire.
(Wel/ Dire)