(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 19 mag. - Quando una decisione ha un esito imprevedibile, le persone ansiose incontrano una particolare difficoltà nel valutare correttamente la statistica degli eventi avversi e la probabilità che si verifichino in futuro: il fenomeno, dimostrato in una ricerca sperimentale su un gruppo di volontari, è stato confermato anche da test neurofisiologici.
Chi ha un carattere ansioso può avere difficoltà a imparare come regolare il proprio comportamento in risposta agli esiti imprevedibili di un'azione: è quanto risulta da un nuovo studio apparso sulla rivista "Nature" a firma di Michael Browning del John Radcliffe Hospital a Oxford, nel Regno Unito, e colleghi di istituti tedeschi e statunitensi.
In particolare, l'ansia appare correlata a un'incapacità di valutare correttamente la statistica degli eventi avversi e la probabilità che si verifichino nuovamente in futuro. Questa difficoltà potrebbe ostacolare le decisioni in situazioni che possono portare a un esito negativo, alimentando una spirale in cui il livello di ansia aumenta sempre di più. I soggetti ansiosi si concentrano in modo esagerato sul possibile verificarsi di eventi negativi futuri, il che può portarli a evitare le situazioni d'incertezza in cui decidere diventa particolarmente stressante. Browning e colleghi hanno ideato uno studio per chiarire in che modo si comportano i soggetti con livelli più elevati di ansia generalizzata in situazioni in cui le loro scelte possono avere esiti imprevedibili e magari spiacevoli.
In una serie di test, ai partecipanti era chiesto di scegliere tra due forme geometriche visualizzate su uno schermo. A seconda della scelta effettuata, i soggetti ricevevano con una certa probabilità una scossa elettrica, d'intensità variabile e dopo un intervallo di tempo anch'esso variabile. Ripetendo più volte il test, i volontari avevano la possibilità di cambiare le proprie scelte sulla base di una valutazione della probabilità di ricevere in risposta una scossa elettrica. Dall'analisi del dati, è emerso che i soggetti con alti livelli di ansia erano meno capaci di adattare le proprie scelte sulla base delle informazioni disponibili, un fenomeno che diventava più evidente via via che l'esito delle scelte si faceva più incerto.
Gli autori hanno anche misurato la dilatazione delle pupille dei soggetti, un parametro direttamente legato alla risposta neurofisiologica del sistema locus coeruleus-norepinefrina.
Quando un individuo è esposto a una situazione minacciosa, la pressione arteriosa e il metabolismo aumentano. Queste reazioni neurofisiologiche, fondamentali per far sì che la risposta muscolare sia adeguata allo stress, sono innescate da segnali nervosi veicolati dal neurotrasmettitore norepinefrina, che partono da una parte del tronco cerebrale nota come locus coeruleus. I dati hanno dimostrato che la dilatazione delle pupille era ridotta nei soggetti più ansiosi quando la correlazione scelta-scossa era più imprevedibile: ciò rappresenta una conferma neurofisiologica del fatto che l'ansia ha un ruolo importante nell'influenzare la capacità valutativa e l'apprendimento in situazioni potenzialmente stressanti.
(Wel/ Dire)