Depressione perinatale non solo 'rosa', riguarda 10% padri
Baldoni: I maschi soffrono in maniera diversa, manifestano ansia
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 19 mag. - Nel periodo che va dalla gravidanza al primo anno dopo il parto anche i padri soffrono di disturbi affettivi simili alla depressione post partum. A fronte di un 13% di donne con disturbi psicologici perinatali più del 10% degli uomini presenta lo stesso problema. Inoltre, il 50% dei maschi con una compagna affetta da depressione post partum, è a sua volta depresso, così come il 50% delle madri con un compagno che manifesta un disturbo affettivo perinatale soffre dello stesso malessere. Questo perché in tutto il periodo che precede e segue la gravidanza gli stati mentali di padre e madre si influenzano. Lo rivela Franco Baldoni, medico psicoanalista e professore associato di Psicologia Clinica presso il dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna, che in un'intervista alla DIRE racconta i risultati delle ricerche svolte negli ultimi 20 anni sul ruolo del padre durante il periodo perinatale.
- Come manifestano la sofferenza psicologica gli uomini? 'In modo diverso dalle donne. Un padre depresso solitamente non piange, non dice di essere triste o di sentirsi incapace o inutile, ma si presenta in ansia o sotto stress. Alcuni sono più propensi a denunciare sintomi fisici piuttosto che psicologici, per non ledere la propria immagine maschile: preoccupazioni ipocondriache, sindromi funzionali come la dispepsia o il colon irritabile, oppure dolori cronici come il mal di schiena. Altri- precisa il docente- manifestano i propri problemi sul piano del comportamento. In questo modo il maschio presenta le 'ferite dell'eroe': si lamenta di una vita troppo faticosa e logorante che lo sta segnando'.
- I padri possono manifestare la loro sofferenza con disturbi del comportamento? 'Certo! Tendono a controllare il proprio malessere esternalizzandolo attraverso comportamenti inadeguati: fumano, bevono alcolici, assumono droghe, si dedicano intensamente ad attività sportive o pericolose, come la guida spericolata, si collegano ad internet per frequentare chat, social network, siti pornografici, oppure giocano a poker.
Possono avere crisi di rabbia intensa o manifestare comportamenti violenti, anche all'interno della famiglia. Molti uomini depressi, per sentirsi più validi, cercano conferme sessuali e tradiscono la propria compagna, fenomeno particolarmente frequente durante la gravidanza e nell'anno successivo al parto'.
- Quale è la funzione del padre durante la gravidanza? 'Dovrebbe proteggere la propria compagna offrendole non solo sostegno pratico, ma anche psicologico, e favorire con il proprio atteggiamento protettivo lo sviluppo di una valida relazione madre-bambino per tutto l'anno successivo al parto. Il ruolo del padre nel periodo perinatale, però, è stato molto trascurato dalla ricerca psicologica, sebbene gli studi svolti negli ultimi 15 anni ne abbiano dimostrato la grande importanza'. Nel ciclo vitale della famiglia, e in particolare della madre, vi sono momenti fisiologici di pericolo in cui il padre svolge una funzione protettiva di base sicura. 'La gravidanza non è solo un momento di gioia e di speranze, il corpo della madre si trasforma e si presentano incognite e preoccupazioni per la sua salute e quella del bambino. Durante il parto questi problemi raggiungono il proprio culmine. In questi momenti- sottolinea Baldoni- la coppia attiva delle strategie specifiche per proteggersi dalle minacce incombenti, e in tali dinamiche il padre svolge un ruolo importante. Questi aspetti sono stati approfonditi dagli studi sull'attaccamento, seguendo un modello teorico elaborato a partire dagli anni '50 dal pediatra e psicoanalista inglese John Bowlby, che aiuta a comprendere come gli esseri umani si comportino nei confronti dei pericoli e come si difendano da essi'.
- Quali sono le paure dei giovani padri? 'Temono di dover rinunciare alle gratificazioni della giovinezza, a quel senso di onnipotenza sviluppato durante l'adolescenza in cui tutto sembra possibile senza assumersi responsabilità. La società ha subito una grande trasformazione dal dopoguerra. Oggi non si valorizza il ruolo degli adulti che si occupano di giovani: insegnanti, educatori, pedagogisti, psicologi, sono figure professionali considerate secondarie riguardo gli investimenti economici e alle scelte politiche. Gli stessi genitori offrono modelli di vita di coppia contraddittori e conflittuali rispetto al proprio ruolo sessuale e familiare. In questo modo- prosegue il professore- i giovani sono sempre meno preparati ad affrontare una futura vita di coppia e di fronte alla prospettiva di diventare a propria volta genitori sono confusi e spaventati. Spinti da conflitti adolescenziali irrisolti si preoccupano, anche quando vivono in coppia, di come trascorrere il tempo libero, organizzano le uscite serali separatamente, pensano a frequentare gli amici o a praticare sport, i loro progetti riguardano le vacanze e i viaggi. Come psicoanalista vedo molti giovani coppie che faticano a pensare in termini di 'noi', si percepiscono come persone separate che vivono una relazione poco responsabilizzante e a breve scadenza. Diventare genitori richiede invece un rapporto profondo, un'alleanza sul piano inconscio, legata, ancora di più che all'attrazione erotica, al sentirsi fonte di sicurezza l'uno per l'altro, una base sicura. Un senso di fiducia che nasce all'interno di un legame di attaccamento sentimentale e che permette di avventurarsi in esperienze più impegnative e necessariamente accompagnate da incognite, come progettare di avere un figlio'.
- Sfatiamo un mito, si può coniugare la sessualità di coppia con la genitorialità? 'Certamente- afferma lo psicoterapeuta- la sessualità si trasforma, ma non si spegne. La vita intima dei genitori, se realmente alleati sul piano inconscio, è spesso appagante e caratterizzata da una particolare complicità. Problemi si verificano solo in quelle persone che vivono la genitorialità come un pericolo per la propria individualità o un vincolo soffocante che limita la libertà. In questo caso il corpo della propria compagna può diventare simbolicamente un nemico che minaccia questo senso di onnipotenza narcisistica. E' un'illusione- aggiunge Baldoni- perché la vera libertà non coincide con la mancanza di responsabilità, ma con la possibilità di scegliere i propri limiti'.
- Quali sono le paure dei padri verso i figli appena nati? 'Una delle paure più frequenti è che il figlio possa togliere al padre la centralità nell'attenzione della madre. Una reazione di gelosia nei confronti del bambino che fa vivere il neonato come un estraneo o un fratello con il quale si compete. Questa problematica psicologica andrebbe valutata inserendola in una prospettiva transgenerazionale- ricorda l'analista- per capire come il giovane padre si rappresenti rispetto agli altri maschi della famiglia: il proprio padre e il nonno. Se come figlio non si sente legittimato a svolgere un ruolo di maschio adulto, il diventare genitore può rappresentare un incubo'.
- Come sono cambiate le problematicità dei figli? 'Nella famiglia patriarcale il modello educativo era di tipo autoritario, con regole rigide e punizioni. A quei tempi, i bambini problematici, spesso vittime di maltrattamenti o di trascuratezza emotiva, tendevano ad essere inibiti, a manifestare uno scarso rendimento negli studi, difficoltà nel parlare o nel relazionarsi con gli altri. Le famiglie di oggi invece sono spesso caratterizzate da conflitti e competizioni. Padri e madri si separano facilmente, divorziano e perdono di autorevolezza, e i figli manifestano il proprio disagio, a casa o a scuola, con comportamenti tirannici, capricciosi, coercitivi, iperattivi, presentando scarse capacità nel controllo delle emozioni e nel tollerare le frustrazioni. Ai loro occhi gli adulti sono incoerenti e imprevedibili- sottolinea lo psicoanalista- promettono cose che non mantengono e non sono fermi e autorevoli nelle scelte educative'.
- Che ruolo hanno i padri nella procreazione assistita? 'Abbiamo svolto delle ricerche in cui le donne che alla fine del percorso di fertilizzazione assistita sono risultate più depresse e ansiose, indipendentemente dal successo della metodica, avevano dei compagni più ostili, depressi, ansiosi e con disturbi di somatizzazione già prima della procedura. Questo dato conferma che se viene meno il ruolo protettivo del maschio nei confronti della compagna quando è sottoposta a una condizione di stress- rimarca il professore- si compromette l'equilibrio della coppia e la donna risulta più esposta a disturbi affettivi'.
- Come rafforzare l'alleanza di coppia e prevenire i problemi psicologici dei padri? 'E' necessario coinvolgere i padri nelle attività di consultorio e nelle visite ginecologiche fin dai primi momenti della gravidanza e per tutto il periodo perinatale, pensando a una triade madre-bambino-padre, non solo a una madre con un bambino. Occorre una maggiore informazione tra gli operatori sanitari, in particolare medici di famiglia, pediatri, ginecologi, infermieri e ostetriche, sulle funzioni del padre e sulle particolari modalità in cui i maschi manifestano le proprie difficoltà emotive. Non è semplice, ma molto si può fare, e i risultati dei programmi di prevenzione dei disturbi affettivi paterni- conclude- sviluppati negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e nel Regno Unito lo dimostrano'.
(Wel/ Dire)
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