(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 5 mag. - 'Il Canto profondo della Donna selvaggia'. Sarà questo il tema del prossimo venerdì culturale dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), in programma venerdì 15 maggio a Roma, in Via Alessandria 128/b, presso la sede della Scuola di specializzazione alle 21.
La relatrice principale sarà Maria Chiara Pecoraro, psicoterapeuta dell'età evolutiva dell'IdO, che racconterà un suo caso clinico: "La storia di un'adolescente che cerca di sbocciare alla vita". La tavola rotonda sarà diretta da Bruno Tagliacozzi, coordinatore della Scuola di specializzazione dell'IdO in psicoterapia psicodinamica dell'età evolutiva e analista junghiano del Cipa.
L'adolescenza è un territorio di confine, "un terreno di metamorfosi dove si cerca di trattenere alcuni aspetti della propria infanzia, ma allo stesso tempo è necessario e naturale trasformarsi e guardare al nuovo per diventare adulti. Per volgere l'attenzione al futuro e alla progettualità è necessario prima trovare un senso profondo che colleghi l'individuo alla sua storia personale. Per quanto giovane sia Clarissa, 19 anni- afferma la terapeuta- si ritrova a non credere in se stessa, a non riconoscere le proprie risorse interiori, a non avere adulti che possano credere in lei, apprezzando quella sua speciale sensibilità che la rende così vulnerabile agli eventi esterni e alle critiche altrui. Una sensibilità, la sua, che solo se esplorata e conosciuta riesce a trasformarsi in risorsa. Il rischio è la depressione".
La storia di Clarissa è "la storia di una femminilità che si afferma, che lotta contro le apparenze e un maschile che cerca di 'intrappolarla' in un'infanzia che non le appartiene più. Un femminile che si fa spazio tra mille stereotipi. È un percorso durante il quale è stato necessario per lei lasciar andare cose e persone, perché solo attraverso un processo di separazione, una morte simbolica- conclude Pecoraro- si può rinascere. Un festeggiamento della vita nella morte con una celebrazione giocosa e non triste, quasi a ricordare che ogni fine è un nuovo inizio".
(Wel/ Dire)