IdO ha indagato 'locus of control' di 3.161 studenti di 13 scuole
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 5 mag. - Già a 12 anni 8 adolescenti su 10 sono in grado di assumersi la responsabilità dei loro successi e insuccessi. Sta quindi agli adulti attivare le giuste strategie per motivarli senza dare nulla per scontato. Ne è convinta l'équipe di psicoterapeute dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) che opera negli sportelli d'ascolto all'interno delle scuole. "I ragazzi apparivano sempre più demotivati e poco appassionati- raccontano- per capire il perché abbiamo realizzato un questionario anonimo che indagava il livello di autoefficacia. Lo abbiamo somministrato a 3.161 studenti di 13 scuole medie e superiori di Roma e Provincia (49% maschi, 51% femmine, dai 10 ai 16 anni). Complessivamente l'80% dei ragazzi intervistati ha mostrato una buona capacità di autoattribuzione- affermano gli esperti- riuscendo a dire 'E' stata colpa mia' se aveva riportato un basso rendimento scolastico".
In forma anonima quindi gli adolescenti sanno assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ma consultati individualmente tendono poi a cercare giustificazioni o alibi.
"In ogni caso, questo è un risultato positivo- spiegano i terapeuti IdO- ci indica che cambiando le abitudini possono rendere di più".
Il restante 20% è invece risultato poco resiliente: "Non riesce ad adattarsi alle varie situazioni e se ha riportato cattivi voti scolastici risponde 'E' stata la sfortuna; I compiti erano troppo difficili; Non sono stato aiutato abbastanza'. Il loro locus of control è quindi esterno ed è più difficile che si impegneranno per migliorare, perché si pongono in modo passivo. Tendono ad essere più disorganizzati- spiega l'équipe- riportando un basso livello di autoefficacia e una elevata dipendenza dagli altri".
Che cos'è il 'Locus of control'? "Si riferisce a cosa attribuisco la causa di ciò che mi accade". Il concetto venne elaborato da Julian B. Rotter nel 1966 ed è il grado di percezione che un soggetto ha rispetto al controllo del proprio destino e degli accadimenti, che possono essere attribuiti "all'esterno di me" (non sono io la causa di ciò che mi succede, tutto dipende dalla fortuna, dal destino, o da altri), o "all'interno di me" (sono io la causa di ciò che mi accade). "La combinazione più rischiosa è se si attribuiscono all'esterno gli eventi positivi e all'interno quelli negativi. Questa scelta minaccia la dimensione dell'autostima, la capacità di gestire il proprio futuro e il senso di autoefficacia è basso. Se gli eventi positivi vengono attribuiti all'interno e quelli negativi all'esterno della persona- continuano i terapeuti IdO- si hanno poche possibilità di miglioramento, perché il soggetto con questo locus of control crede che pur impegnandosi non migliorerà. L'atteggiamento che risulta più passivo è quando il locus of control è esterno sia negli eventi positivi che negativi. La migliore è, infine, se vengono percepiti internamente sia i successi che gli insuccessi. Attenzione però a non cadere nei sensi di colpa e nell'ansia".
Quando il locus of control è esterno "manca l'aspetto della resilienza. Qui il ruolo dell'adulto è più difficile- chiarisce l'équipe- il lavoro deve partire rinforzando positivamente i successi per depotenziare gli insuccessi. L'adolescente deve essere accompagnato in un percorso di riappropriazione del locus of control interno quando una situazione va bene, e se va male aiutarlo a capire che può migliorarla".
Il locus of control può cambiare nei diversi contesti, e sono due le variabili da tenere presente: stabilità e controllabilità. "Stabilità nel tempo e nello spazio, nei diversi contesti di vita (scuola, sport, casa) e nelle differenti relazioni. La controllabilità dipende invece dal grado di controllo che un soggetto ha su quello che gli accade per modificarlo. Questa attitudine nei ragazzi può essere riorientata e rieducata con rinforzi positivi ed educativi grazie all'azione degli adulti: educatori, genitori, insegnanti e allenatori".
L'équipe dell'IdO conclude chiarendo che "queste indagini sono utili per aiutarci a comprendere il pensiero dei giovani, tuttavia è sempre importante unire a un test il colloquio. Un questionario non potrà mai essere esaustivo dell'interiorità dell'individuo".
(Wel/ Dire)