Carceri, Aupi: Solo 10 minuti di assistenza l'anno
"1.500 casi tentato suicidio, agenti penitenziari in difficoltà"
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 28 lug. - "Ci sono 1.500 casi di tentato suicidio all'anno all'interno dei penitenziari italiani. Molti finiscono bene, perché si riesce a intervenire in tempo. Altri, come dimostra la cronaca di questi giorni, purtroppo, hanno un tragico epilogo. Non possiamo tacere di fronte a questa situazione perchè coinvolge anche noi psicologi". Così Mario Sellini, segretario generale dell'Associazione unitaria psicologi italiani (Aupi), sui due suicidi a distanza di poche ore nel carcere romano di Regina Coeli.
"Nessuno sa- continua Sellini- che i detenuti hanno mediamente dieci minuti di assistenza psicologica all'anno. Questo perché il ministero della Giustizia non ha previsto all'interno delle strutture penitenziarie il riconoscimento di questa professione. In pratica, nelle carceri lavorano poche centinaia di cosiddetti 'esperti', personale esterno che ha un contratto di poche ore mensili e, dunque, non è nelle condizioni di poter fare assistenza psicologica. E oltre il danno la beffa: due anni fa il ministero ha diramato una circolare dove faceva sapere che non venivano rinnovati gli incarichi dei vecchi 'esperti', per lasciare entrare nuove professionalità, con pochissima esperienza e impreparati a lavorare in un luogo tanto problematico".
Ma c'è un altro dato che fa riflettere e riguarda le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari. "Noi vogliamo dare sostegno agli agenti di polizia penitenziaria- conclude Sellini- perché il personale è stato ridotto del 20% e i turni sono massacranti. Oltre al fatto che trovarsi di fronte ad un suicidio mina la stabilità psicologica anche di queste persone che dovrebbero svolgere il proprio lavoro in condizioni appropriate, considerata la delicatezza del settore in cui operano".
(Wel/ Dire)
|