(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 21 lug. - "Sì, la precarietà influisce eccome sulla relazione di coppia. E non mi riferisco solo alla precarietà lavorativa, ma anche a quella economica e sociale". Insomma: l'ansia da crisi dei mercati colpisce anche le relazioni sentimentali, a prescindere da quanto siano collaudate. La dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell'Associazione italiana di sessuologia clinica, non ha dubbi. Ma esiste davvero questa sindrome ansiosa da crisi finanziaria? Certo, che esiste. E il suo contesto ideale è proprio il rapporto di coppia. Qualunque tensione emotiva, positiva o negativa, si ripercuote sulla relazione con il proprio partner.
Faccia un esempio? Un aumento di stipendio o un nuovo progetto fanno bene allo spirito. E inevitabilmente fanno bene all'intesa sessuale. Al contrario, il timore di un licenziamento imminente o, per restare alla crisi finanziaria, una grave perdita economica, non può che danneggiare ogni sintonia sotto le lenzuola e non solo.
Chi ci rimette di più, tra i due partner? Se ragioniamo su una coppia uomo-donna, sicuramente l'uomo. E le spiego perché: di solito è il maschio a prendere le decisioni più importanti per quanto riguarda la gestione economico-finanziaria della famiglia. È lui che sceglie la banca presso cui accendere il mutuo, i titoli da acquistare in Borsa, e via elencando. Quindi, quando accade qualcosa di negativo che riguarda l'oggetto di una sua scelta, si sente in qualche modo colpevole. E somatizza, cade in depressione, dice "è tutta colpa mia". La donna, che quasi mai è davvero consapevole e informata su questi argomenti, ne soffre meno, non capisce.
E in quelle coppie in cui invece la donna è più presente in questo tipo di scelte? In questo caso ci si ferma alla frustrazione, senza arrivare alla depressione vera e propria. Il motivo è semplice: la responsabilità si distribuisce su due soggetti, non ricade tutta su uno solo. E la coppia può trovare le armi per uscire dalla crisi personale, anche sessuale.
Quali sono queste armi? Se ragioniamo dal punto di vista preventivo, nell'ipotesi cioè che nulla sia ancora accaduto nel bilancio finanziario della coppia, il segreto è condividere a priori scelte e quindi responsabilità. Così, se dovesse succedere qualcosa di negativo, le "colpe" saranno di entrambi e ciascuno dei partner potrà contare sul fatto di essere capito dall'altro. Se invece il pasticcio sotto forma di perdita economica si è già consumato, resta poco da fare: i soldi, certo, non si recuperano. E per questo è del tutto inutile colpevolizzarsi. Meglio, molto meglio accettare la frustrazione che si genera, vivendola come se si fosse subito un furto in casa. Una sorta di lutto psicologico che bisogna però al più presto elaborare, metabolizzare: spesso, insieme con i soldi bruciati dalla crisi finanziaria, sfumano anche progetti e sogni. E proprio per questo è giusto e legittimo abbattersi un po'. Altrettanto importante, però, è ritrovare al più presto le energie per ripartire. Ponendosi nuovi obiettivi anche diversi, anche non necessariamente economici per ricominciare la vita di prima. E, se possibile, anche migliore.
(Wel/ Dire)