(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 21 lug. - Sono tanti i tipi di dipendenza affettiva in cui è facile imbattersi: c'è la dipendenza dalla madre o dal padre, quella amicale, quella diretta in particolar modo all'amore. Tutte possono portare a stati d'ansia e a seconda del tipo c'è quella più o meno ossessiva.
La dipendenza affettiva è un disagio sempre più diffuso in una società che prevede legami labili, limitati nel tempo e condizionati da convenzioni, distanze e spesso social network.
Chi soffre di dipendenza affettiva crede di poter stare bene solo in funzione di altre persone che lo circondano, si comporta in modo da compiacere sempre l'altro per paura di perderlo ed ha difficoltà a prendere decisioni, anche le più semplici, senza prima essersi consultato con i suoi punti di riferimento.
A seconda della fase del ciclo di vita la dipendenza di affetto si esplicita verso figure di riferimento diverse: in adolescenza è più frequente essere dipendenti dal gruppo di amici e dal fidanzato/a, si attuano comportamenti decisamente impulsivi e irrazionali pur di restare in contatto con queste persone: spesso gli adolescenti si lasciano convincere a fare cose spericolate per non essere derisi, o peggio esclusi, dal resto del gruppo e per quanto riguarda la coppia sorvolano su atteggiamenti scorretti, tradimenti e altre mancanze pur di non sentirsi abbandonati.
Nell'età adulta la malattia d'amore è un po' meno frequente poiché la personalità è già più strutturata e l'individuo ha sperimentato nel corso degli anni numerose separazioni: prima tra tutte quelle dai propri genitori e dalla famiglia di origine. Anche per gli adulti la dipendenza affettiva è caratteristica di alcuni rapporti di coppia: i partner tendono a chiudersi al resto del mondo circostante temendo che ci sia qualcosa di minaccioso che possa compromettere il loro legame o, più spesso, uno dei due soccombe pur di restare con l'altro: questo pattern si nota anche in alcuni casi di violenza domestica, quando le donne maltrattate restano con il proprio aguzzino pur di non ritrovarsi sole e nonostante le umiliazioni, le percosse e le minacce decidono di non ricorrere alla giustizia.
LE CAUSE - Le cause della dipendenza affettiva sono da rintracciarsi nell'infanzia e nei legami che il neonato stringe con le figure di riferimento: la teoria dell'attaccamento di Bowlby sottolinea come chi gravita intorno al bambino possa influenzare il successivo sviluppo affettivo. L'autore individua vari stili di attaccamento tra cui solo quello definito sicuro non espone al rischio di sviluppare una dipendenza affettiva in primis dai propri genitori o da chi li sostituisce, e in seguito dalle figure di riferimento importanti come il gruppo dei pari e il partner.
Un'altra causa alla base della droga d'amore è la bassa autostima che ha chi ne soffre: il valore della persona si misura in base ai legami che ha e alla capacità di mantenerli a qualunque costo. Ovviamente tutti questi processi non sono consapevoli per chi soffre di questo disagio che pur confrontandosi con chi gli consiglia di interrompere delle relazioni dannose, non sente problematici dei comportamenti che gli permettono di restare in contatto con gli altri significativi.
LE CONSEGUENZE PIÙ GRAVI E CURE POSSIBILI - La conseguenza più grave di questo tipo di dipendenza è la mancanza di libertà di azione delle persone che ne soffrono e che sono sempre subordinate alle reazioni altrui fino ad essere vittime di violenza, o ad assecondare condotte al limite della legalità e della salute pur di non sentirsi abbandonate. L'unica cura pensabile per la dipendenza affettiva, la così detta droga d'amore è una psicoterapia individuale che miri ad individuare quali sono gli eventi e i traumi che nella vita del paziente hanno portato all'angoscia abbandonica che contraddistingue tutte le sue relazioni significative; può essere utile anche una terapia di gruppo dedita a rinforzare la carente autostima di queste persone. C'è da distinguere la dipendenza affettiva patologica da una dipendenza sana che caratterizza quella del bambino piccolo nei confronti della madre e viceversa, e quella dei partner che si confrontano e prendono decisioni comuni in un clima di interdipendenza affettiva ma fisiologica.
(Wel/ Dire)