Castelbianco spiega il valore affettività. Fonte 'Il Secolo XIX'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 21 lug. - Attualmente i problemi del mondo giovanile riguardano soprattutto le dipendenze, quindi droga e alcol, e l'aggressività. Al quarto posto c'è la sessualità: lo mettiamo come quarto, ma è il primo per diffusione. Nei giovani da 12 anni in su è un tema dirompente e difficile. Io farei un passo indietro per spiegare la questione. I giovani hanno sempre cercato di diventare grandi a tutti i costi, e quello della sessualità è un sistema che a loro giudizio è semplice e non ha effetti particolari. Per ottenere questo obiettivo hanno scisso l'affettività dalla sessualità, che diventa quindi solo una sorta di ginnastica senza conseguenze.
Almeno credono.
La scissione fra affettività e sessualità fa in modo che i ragazzi e le ragazze possano praticare sesso senza attribuirgli il valore che gli abbiamo sempre dato noi. È una cosa molto diffusa nel mondo. Tuttavia bisogna fare attenzione. Noi abbiamo circa 80-90 sportelli nelle scuole, quindi abbiamo una visione privilegiata di quanto accade. Vediamo che ci sono ragazze che alle medie hanno praticato sesso in modo disinvolto, poi alle superiori iniziano a vergognarsi, perché il loro passato ritorna. E vergognandosi, chiedono di cambiare quartiere per cambiare scuola, andando in un istituto dove nessuno conosce il loro passato. Quello che nasce come uno scherzo, ritorna sempre.
Vale anche quando questi ragazzi un giorno andranno a fare un colloquio di lavoro, dopo che i loro video sono girati per diverso tempo in Rete. L'errata sensazione di onnipotenza che si ha, però, quando si pratica la sessualità in questo modo ha portato anche a un notevole aumento delle malattie veneree.
Il problema è che i giovani praticano la sessualità come se mangiassero noccioline, ma hanno un'ignoranza abissale della materia. Prova ne è che abbiamo aperto il portale Diregiovani.it con degli esperti per rispondere a dubbi e quesiti, anche con la rubrica 'Se Sso è meglio', e in poco tempo nei primi anni abbiamo ricevuto 70 mila richieste di aiuto, e abbiamo ormai superato per richieste di informazioni le centinaia di migliaia.
In realtà, più che chiedere aiuto i ragazzi vogliono conoscere la situazione. E non vogliono parlarne con i professori, ma ancora meno con i genitori. Cercano esperti: ginecologi, psicologi. Nelle scuole dove abbiamo fatto una vera educazione sessuale, che significa sessualità consapevole, abbiamo raggiunto quella che chiamiamo "chimica dell'amore". Ed è qui che abbiamo ridotto sensibilmente il numero di rapporti troppo leggeri. Ai giovani mancano le informazioni, e solo informando si evitano situazioni come quelle che si sono verificate sulla sabbia nello Spezzino. E che segneranno questi ragazzi.
(Wel/ Dire)