Fornaro: Per uscirne valorizzare la 'conoscenza del proprio sé'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 21 lug. - Amore e psiche non sono soggetti indipendenti, nelle donne come negli uomini. "Da una ricerca sul valore della codipendenza nella coppia condotta in Italia su un campione di 60 persone (uomini e donne), la percentuale degli uomini codipendenti e' risultata alta". Lo fa sapere Antonella Fornaro, psicoterapeuta appartenente all'Associazione italiana di analisi transazionale (Aiat), che ha presentato a 'La Sapienza' il libro 'Il copione di codipendenza nelle relazioni di coppia' di Gloria Noriega Gayol, psicoterapeuta messicana e membro dell'Associazione Internazionale di Analisi Transazionale (ITAA).
"I maschi codipendenti tendono a diventare arroganti, a mostrare un controllo della relazione o a mascherarsi di timidezza. L'ipotesi da cui partiamo e' che si tratti di forme particolari di strutture narcisistiche- continua Fornaro- che vogliamo valutare con l'Icod (lo strumento di valutazione della codipendenza) e con un questionario sull'attaccamento per correlare piu' variabili al fenomeno".
L'esponente dell'ITAA ha condotto invece i suoi studi su un campione di 830 donne, sempre valutate con l'Icod. Un'indagine per spiegare che la relazione di codipendenza e' "un'alterazione ripetitiva della consapevolezza, unita ad una dipendenza relazionale adesiva".
Noriega Gayol opta per "un approccio fenomenologico piuttosto che cognitivo comportamentale". Nel suo lavoro di ricerca clinica, mostra come la codipendenza lavori su tre livelli: "Il piano interpersonale (le transazioni); intrapsichico (stati dell'Io come stati del se') e intersoggettivo (processi collusivi copionali)".
Come si manifesta la codipendenza? "Con la presentazione di un atteggiamento salvifico- precisa Fornaro- la distorsione del senso di se' e delle relazioni, azioni compulsive, varie forme di dipendenza e disturbi dissociativi". Come uscirne? "Imparando a gestire la conoscenza del proprio se' e integrando la sensorialita' corporea, che bisogna imparare a metabolizzare e collegare alle proprie memorie- conclude- per far diventare questa sensorialita' non elaborata una funzione della mente".
(Wel/ Dire)