Caredda parla dei gruppi psicoeducativi, ma il valore è l'umanità
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 21 lug. - Depressione grave o eccitazione maniacale. Assenza di sonno, aggressivita', disforia e comportamenti orientati verso gli eccessi. Sono alcuni dei sintomi con cui si manifesta il disturbo bipolare, il cui l'esordio e' spesso tardivo: "Ha inizio in genere in eta' adulta (20, 30 anni), ma alcune forme possono emergere anche in adolescenza. Dipende dal tipo di disturbo bipolare". Lo dice Maria Caredda, psichiatra del dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina psicologica dell'Universita' di Roma 'La Sapienza'.
I familiari di soggetti bipolari "vivono questo disturbo come un magma gigante che annulla le relazioni, i sogni, i progetti e le emozioni. Se parlano dei figli- racconta Caredda- non vedono prospettive. È un mondo nero e concreto, pieno di domande a cui non e' possibile fornire un cliche' di risposte".
Come aiutare allora un paziente che si trova in una fase depressiva? "Attraverso i gruppi di psicoeducazione familiare- risponde Caredda- aiutiamo pazienti e familiari a riconoscere le fasi prodromiche di una ricaduta. Sono famiglie con un assetto precario e relazioni disfunzioni. La diagnosi della malattia arriva il piu' delle volte come un grave trauma e porta via i ruoli gia' poco definiti. Con l'ingresso di 'altre' figure (medico, psichiatra, infermieri, ecc.) non si sa piu' chi sia il regista- fa sapere il medico- ed e' difficile ipotizzare che lo diventi lo psichiatra o lo psicoterapeuta che hanno il segreto professionale".
Le famiglie "hanno difficolta' a comprendere il disturbo bipolare, ma e' necessario dare un ordine che non sia colpevolizzante. Noi- continua Caredda- forti della metafora che 'solo la conoscenza puo' rendere le persone libere', abbiamo pensato che fornire informazioni e' il primo passo per restituire loro la liberta' di progettare".
Carredda ha scritto il libro 'Condurre l'onda. Vivere con il disturbo bipolare' (Alpes Edizioni), a quattro mani con Roberto Delle Chiaie, docente di psichiatria all'Università 'La sapienza' di Roma.
Il testo punta l'attenzione sul servizio sanitario, perché "esistono i centri di Salute Mentale- precisa il medico- e noi vogliamo far conoscere quali sono i diritti garantiti nell'ambito del Servizio sanitario nazionale. Abbiamo restituito un ruolo attivo alla famiglia, come previsto dalla legge 180".
Quanto dura un ciclo di trattamento? "21 sedute, divise e separate tra pazienti e familiari".
'Psicoeducazione' pero' e' un termine che non piace a Massimo Biondi, medico, specialista in psichiatria, del dipartimento di Neurologia e Psichiatria de La Sapienza Universita' di Roma, nonche' direttore scientifco della collana 'Orientamenti' della casa editrice Alpes: "È un termine povero e meccanico. La qualita' del rapporto e' al centro della nostra attenzione, e un o stile aperto, colloquiale e accogliente- sottolinea- ci permette di andare oltre la diagnosi". Caredda, in sintonia con questa riflessione, conclude: "Sono necessari umanita', compassione e comprensione".
(Wel/ Dire)