(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 14 lug. - I disturbi tipici della dislessia non riguardano soltanto la lettura ma anche la motricità, cioè l'esecuzione di movimenti ritmici e coordinati. È il risultato al quale sono arrivati i ricercatori del dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca (Unimib) che, in un comunicato, racconta che gli studiosi sono partiti da un "esperimento di misurazione del ritmo di scrittura su 77 bambini".
Secondo Roberto Boccalon, psichiatra e direttore dell'Istituto di psicoterapia espressiva di Bologna (Ipse), si tratta di "risultati coerenti con le evidenze sperimentali offerte dagli sviluppi delle neuroscienze e della infant research, in particolare dai contributi di Gallese e Stern. Un tempo dimensione cognitiva, emotiva e motoria erano pensate come afferenti ad aree cerebrali, corticali e sottocorticali nettamente distinte e autonome, attualmente si riconosce all'esperienza cinestesica un ruolo di organizzatore primario dei processi psicologici. E' dunque coerente con tale nuovo paradigma delle neuroscienze cognitive che la 'danza del corpo' preceda e condizioni la danza delle parole, condizionandone inciampi o blocchi".
La ricerca ('Dyslexic children fail to comply with the rhythmic constraints of handwriting';
doi:10.1016/j.humov.2015.04.012) pubblicata sulla rivista Human Movement Science ha mostrato che "nei bambini affetti da dislessia evolutiva la durata relativa di scrittura di ciascuna singola lettera che compone una parola non è costante ma varia in funzione della dimensione e velocità della parola scritta".
Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca coordinato da Maria Teresa Guasti, ordinario di Glottologia e Linguistica, e Natale Stucchi, ordinario di Psicologia Generale, entrambi dell'Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Servizio per i disturbi del linguaggio e dell'apprendimento dell'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.
Gli studiosi affermano che "il fatto che i bambini con dislessia non seguano il principio dell'omotetia, cioè la capacità di mantenere costanti i tempi di scrittura di ogni lettera, dimostra che il disturbo riguarda anche la motricità, alla quale è riferibile la mancanza di ritmo nella scrittura".
L'indagine ha coinvolto "77 bambini con un'età fra i 7 anni e mezzo e i 12 anni: 17 bambini con una diagnosi di dislessia evolutiva, 21 bambini con una diagnosi sia di dislessia sia di disgrafia e 39 bambini a sviluppo tipico (ovvero senza diagnosi di dislessia o disgrafia). Ai partecipanti è stato chiesto di scrivere a mano con un'apposita penna digitale la parola b-u-r-l-e in diverse condizioni sperimentali (in modo spontaneo, usando lettere maiuscole, accelerando la velocità di scrittura o cambiando le dimensioni) su un foglio appoggiato su una tavoletta grafica. Per poter registrare le proprietà cinematiche del gesto grafico, l'Ateneo milanese ha creato e realizzato un software, Digital Draw, che potrà essere impiegato in futuro anche per altri studi riguardanti la scrittura e, più in generale, il gesto grafico".
Maria Teresa Guasti e Natale Stucchi spiegano: "I risultati di questa ricerca suggeriscono per la prima volta che la dislessia non è solo un problema di lettura, ma anche un problema riguardante gli aspetti ritmici della scrittura. Questo problema deriva da una difficoltà nell'eseguire una sequenza fluida di movimenti. Per aiutare chi è affetto da dislessia a mantenere un comportamento ritmico potrebbe essere utile un'educazione specifica al ritmo attraverso la pratica musicale".
(Wel/ Dire)