Ime: Per Oms 150 mln di donne coinvolte, è solo punta iceberg
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 7 lug. - La sessualità è un elemento fondamentale dell'essere femminile, ma in alcune aree del mondo viene annullata attraverso una mutilazione o modificazione dei genitali femminili. Due diverse definizioni, portatrici di valori differenti, per indicare la stessa pratica: l'infibulazione.
L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) protende per la prima, definendola 'asportazione degli organi genitali esterni femminili', totale o parziale, e riguarda il clitoride e/o la chiusura dei genitali interni (delle piccole e grandi labbra della vagina), dettata da motivi culturali, religiosi e non medici.
I NUMERI - Le donne coinvolte sono tantissime. "Quelle note sono solo la punta di un iceberg- spiega alla DIRE Aldo Morrone, presidente dell'Ime (Istituto mediterraneo di Ematologia)- la percentuale d'incidenza varia da regione a regione, da paese a paese e da villaggio a villagio. Ogni anno circa 2 o 3 milioni di bambine nel mondo rischiano di essere sottoposte all'infibulazione. Secondo l'Oms questa pratica in totale riguarda 150 milioni di donne. La maggior parte si trova nell'Africa Subsahariana (compreso Egitto e Sudan). In realtà l'infibulazione è praticata anche in Indonesia e in comunità immigrate presenti in diverse aree del mondo. È stata progressivamente abbandonata laddove si è investito in progetti di scolarizzazione, o ancora dove si è deciso di coinvolgere quegli uomini che decidono di sposare solo donne infibulate perché certamente vergini". La vera e propria infibulazione "prevede la chiusura dei genitali esterni e il permanere di un piccolo osseo per permettere il passaggio del sangue mestruale- fa sapere il medico- è la forma più drammatica e brutale". EFFETTI SANITARI DEVASTANTI - Infezioni, formazione di sistole vescico-anali, vescico-urinarie e vescico-vaginali. "Può succedere di tutto- afferma il medico- la cosa peggiore è che queste donne perdano poi le urine per il resto della vita. Tanto è vero che esistono in Africa diversi ospedali che si chiamano 'Fistula Hospital', che hanno come attività principale quella di riparare queste sistole per restituire salute e dignità alle donne. Si formano anche cicatrici ipertrofiche tali da impedire la fuoriuscita della testa del feto, e il rischio di morte laddove non si possa eseguire un parto con taglio cesario.
Possono capitare anche eventi drammatici dovuto al taglio dell'arteria femorale con il rischio di morte per emorragia". Questi sono solo alcuni degli effetti sanitari "devastanti" causati dall'infibulazione, secondo Morrone. "Campagne e movimenti di protesta delle donne del sud del modo per contrastare e abolire questa pratica si stanno affermando- avverte il medico- ma occorre finanziare progetti di riconversione per le donne che vivono attraverso la pratica dell'incisione. In un progetto di contrasto queste persone devono essere formate e utilizzate in altra maniera. Occorre fare campagne nelle aree rurali e non bastano le dichiarazioni di principio, è necessario un investimento economico, finanziario e strutturale volto a creare centri dove ospitarle e formare professionisti".
ETIMOLOGICAMENTE LA PRATICA HA ORIGINI GRECO ROMANE - L'origine del termine infibulazione non risale alla cultura islamica, la derivazione è greco-romana (anche egiziana, ma sempre di matrice greco-romana). Apparve nei libri tra il II secolo a. C. e il III secolo d. C.. "È una pratica già nota ai tempi dei romani, dove la fibula era la spilla che i senatori utilizzavano per mettere a posto la toga. In molti luoghi veniva impiegata per impedire i rapporti sessuali tra schiavi o quando il pater familias andava in guerra".
Venne utilizzata poi a partire dalla metà del 18° secolo fino all'inizio del 20° (1750-1930) e "si connotava soprattutto come clitoridectomia: l'asportazione chirurgica del clitoride diffusa negli ospedali di Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Grecia. In Gran Bretagna, nell'epoca Vittoriana, veniva utilizzata per curare malattie quali la 'masturbazione eccessiva', le malattie mentali, la malinconia, la ninfomania e così via. Esistono diversi lavori scientifici pubblicati sul 'The Lancet' già a metà Ottocento- fa sapere il presidente dell'Ime- dove si indicavano le meraviglie terapeutiche di questa nuova pratica. Si passò quindi da una fase in cui la masturbazione, i rapporti anali e orali venivano considerati come peccato ad un'altra in cui venivano indicati come malattia. Dinanzi al modernismo del positivismo scientifico queste pratiche dovevano essere trattate e curate con l'asportazione del clitoride, l'uso dell'acido fenico o ferri arroventati per togliere alle bambine questo vizio pericoloso. Un ambito storico su cui l'Occidente ha steso un velo pietoso e non se ne parla mai. Si pensi che fino al 1930 in alcuni ospedali psichiatrici veniva suggerita la pratica della clitoridectomia come trattamento terapeutico. Un'asportazione solo al femminile però- rimarca Morrone- non esisteva l'asportazione del pene per eccessiva masturbazione".
RAPPORTI DOLOROSI, UN DANNO ANCHE PSICOLOGICO - Cosa succede concretamente nelle donne che subiscono l'infibulazione? "Con l'asportazione totale tutto il piacere clitorideo salta completamente. Inoltre c'è una grande sofferenza dovuta al tipo di infibulazione eseguita: dal taglio del clitoride alla chiusura definitiva esistono quattro tipi di infibulazione. In base alla gravità dell'intervento c'è un danno sulla donna. Devo dire che- chiosa Morrone- la suddivisione didattica in pratica non c'è, manca una capacità di taglio tale da togliere solo una parte piuttosto che un'altra". Parlando di danni psicologici, "in sostanza il rapporto sessuale viene impedito, il piacere scompare per lasciare spazio solo alla sofferenza e al dolore drammatico e, in alcuni casi, all'emorragia con danni psicologici enormi.
Gli interventi sono rivolti a deinfibulare la donna per farle avere rapporti sessuali normali e certamente non dolorosi".
Morrone conclude: "Questa forte contrapposizione tra culture forti avrebbe dovuto aiutarci a riscoprire il valore della sessualità come fondamento dei sentimenti e della dignità della persona in Africa e in altri Paesi del mondo. Purtroppo allo stupore e alla condanna non è seguita la capacità di creare un'educazione alla sessualità, non solo a livello informativo ma quale elemento fondamentale dell'essere femminile".
(Wel/ Dire)