Antonella Bianchi di Castelbianco (IdO): Ritrovare il 'Noi'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 7 lug. - Donne che vogliono gestire tutto e poi si lamentano di avere al loro fianco uomini troppo 'deboli' o 'assenti'. Maschi che non riescono ad evolversi e che sono confusi su cosa significhi oggi essere 'padre'. Coppie bloccate in una dinamica competitiva e genitori incapaci di gestire una vita familiare perché ancora figli delle rispettive famiglie di origine. Scenari difficili quelli appena descritti, ma comuni a tantissime coppie. La parola magica per ritrovare nuovi equilibri è 'NOI', e a spiegarlo alla DIRE è Antonella Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta, counselor per genitori con figli in terapia presso l'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) e terapeuta di coppia.
"Ognuno di noi ha caratteristiche sia 'maschili' che 'femminili'- afferma subito l'esperta- ed è importante tirar fuori l'altra parte di sé, ma per farlo occorre che il nostro compagno/a abbia uno sguardo alleato, un atteggiamento di apertura e di curiosità e la voglia di scoprirsi come persone che vivono un'esperienza di vita insieme. Il conflitto è naturale e porta a risoluzioni se è aperto. È l'eccessiva competizione ad essere patologica nella coppia".
UOMO, DONNA E CRISI LAVORATIVA - Padri che hanno perso il lavoro, o hanno impieghi saltuari, e madri con il posto fisso.
Questa non è una situazione che può alterare gli equilibri di uomo e donna all'interno della coppia? "Con la parità dei ruoli, dei diritti e dei doveri in qualche modo l'uomo deve riscoprire il suo ruolo di genitore. Oggi i maschi cambiano i pannolini, addormentano i figli la sera come dei 'mammi', però quando si richiede loro di rompere il legame simbiotico madre-bambino spesso non riescono ad essere portatori di una differenza, a comunicare al figlio l'autorevolezza e la sicurezza necessarie per contenerlo e per aiutarlo a rapportarsi con il mondo esterno". UN MARITO COME FIGLIO - "Quante volte sentiamo dire 'Non ho un figlio, ma due'; 'Mio marito gioca con il bambino, ma poi sono io che metto le regole'. Frasi che indicano una difficoltà del padre a mantenere un ruolo autorevole- chiarisce la psicoterapeuta- mentre la madre si assume le responsabilità e finisce per diventare 'paterna'". Castelbianco precisa: "Anche le donne però hanno una difficoltà ad aiutare l'uomo a riprendersi il suo ruolo di padre, perché quando gli uomini diventano più decisi e fermi, o alzano la voce con il figlio, spesso intervengono squalificandoli. In questo modo la figura maschile perde di credibilità agli occhi del bambino, che va in confusione. Il problema della coppia è allora la perdita dell'alleanza genitoriale- ricorda l'esperta- che finisce per lasciare spazio al conflitto".
DONNE CHE GESTISCONO TUTTO - "Le coppie di genitori spesso richiedono un counseling perché fanno fatica a coordinarsi e sostenersi nei confronti dei figli. Oggi le donne tendono a gestire tutto proprio perché l'alleanza è in crisi e viene meno la fiducia e la complicità. 'Quando c'è mio marito (o mia moglie) faccio più fatica a gestire la famiglia', ripete spesso uno dei due coniugi. Ma una madre che vede il compagno come nemico- sottolinea Castelbianco- cela il timore di perdere il primato del controllo sul figlio. Inoltre, cercare di 'femminilizzare' gli uomini peggiora solo le cose- chiosa la psicoterapeuta- perché bisognerebbe comprendere e valorizzare le differenze, invece di tentare faticosamente di eliminarle".
LE FAMIGLIE DI ORIGINE - Che tipo di educazione e tradizione familiare portare avanti? Quella di tua madre o della mia? "Partner ancora figli di famiglia, che si mettono da parte per un iper-coinvolgimento della nonna materna o paterna che porterà avanti il proprio modello educativo. Mogli che invece di confrontarsi con i mariti sulle regole da stabilire in famiglia, seguono quelle dettate dalla loro madre. Sono tutti esempi- continua la terapeuta- di situazioni che innescano dei veri e propri conflitti tra modelli educativi. Uno dei due partner non prende posizione, o si schiera a favore della propria famiglia di origine e spezza l'alleanza".
TERAPIA DI COPPIA - Sono soprattutto le donne a spingere gli uomini verso la terapia di coppia. "La proporzione è di 7 a 3. Arrivano da me per tradimenti, difficoltà a svincolarsi dalle famiglie di origine, a trovare un proprio spazio, sono ancora troppo figli e non riescono ad entrare nella coppia come alleati e partner. Anche le problematiche sessuali riflettono questo conflitto nella relazione e una competizione di fondo, tanto che i disturbi tipici sono- conclude- l'impotenza, l'eiaculazione precoce o l'anorgasmia".
(Wel/ Dire)