(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 30 giu. - "Per i bambini ad alto potenziale (AP) non vorrei parlare di diagnosi ma di valutazione. La diagnosi implica una possibile medicalizzazione ed esiti con derive patologiche, la valutazione invece permette alle persone di poter vivere bene con l'AP". Parte da questa chiarificazione Maria Assunta Zanetti, professoressa di Psicologia dell'educazione e dell'orientamento presso l'Università degli Studi di Pavia (Unipv) e direttrice di LabTalento (Laboratorio italiano di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione), che ha attivato con l'Istituto di Ortofonologia (IdO) un 'Laboratorio per bambini plusdotati' a Roma, in collaborazione con l'Unipv, rivolto alle scuole del Centro-Sud Italia.
"Spesso le valutazioni di bambini AP sono il risultato di una cattiva lettura e sguardo su una serie di aspetti e criticità legati alla sintomatologia. Se analizziamo le richieste che ci arrivano, per lo più dai genitori, le difficoltà segnalate sono soprattutto di adattamento a scuola e vengono lette come problematiche comportamentali. Il minore in questione viene spesso segnalato come iperattivo (Adhd), e dopo una nostra attenta valutazione risulta invece plusdotato: l'energia del bambino era stata valutata in modo scorretto. Un'asincronia dello sviluppo interpretata solo in chiave patologica".
I genitori vedono questi bambini annoiati. "La noia a scuola porta a una perdita di motivazione per le attività didattiche e poi al sottorendimento. Docenti e genitori- prosegue Zanetti- ci segnalano problemi di opposizione o un funzionamento familiare non adeguato. I bambini manifestano comportamenti oppositivi o di intolleranza alle regole nel contesto familiare".
- In cosa consiste il lavoro con bambini ad AP? "Prima dobbiamo individuarlo attraverso una valutazione del potenziale cognitivo. Non c'è solo la valutazione del quoziente intellettivo- chiarisce la docente di Pavia- utilizzo anche strumenti per individuare una possibile presenza o comorbidità di problematiche internalizzate o esternalizzate. Usiamo le scale di funzionamento emotivo e sociale, ascoltiamo la percezione di genitori e insegnanti e, se il soggetto è adolescente, anche la percezione del ragazzo stesso attraverso gli strumenti clinici (CBCL 'Sistema di valutazione su base empirica' di T.Achenbach ASEBA, utilizzati per problemi legati al funzionamento emotivo del bambino) proposti a genitori, insegnanti o ai ragazzi stessi".
Dopo una valutazione a 360 gradi sul bambino, il contesto familiare e la scuola, si propone un piano di didattica inclusiva che presuppone la possibilità di supportare i bambini all'interno della scuola con attività sfidanti, "che permettano di mettere in atto una personalizzazione degli apprendimenti con percorsi di differenziazione delle attività didattiche, l'accelerazione del percorso con le classi di livello e la valorizzazione delle aree di talento e delle possibilità".
L'asincronia dello sviluppo "non necessariamente fa sì che siano subito pronti a gestire il loro potenziale. Noi lavoriamo sul supporto emotivo e sociale quale ambito più fragile. Il percorso di consapevolezza è molto lungo per loro, le famiglie e il contesto. Anche la scuola- fa sapere Zanetti- deve accoglierli, e non come soggetti straordinari o difficili ma come portatori di risorse". I minori che arrivano a LabTalento provano in genere "disagio, noia o disaffezione scolastica.
- Rientrano nei Bisogni educativi speciali (Bes)? "I Bes sono già stati introdotti ma non con questa attenzione particolare, importante ed estesa anche a bimbi AP. A noi piacerebbe.
L'ottica dei Bes dovrebbe andare in questa direzione, considerare l'AP non come marginalità ma specialità. Puntiamo sulla personalizzazione didattica". Esistono dei documenti europei, "prodotti dal Comitato economico sociale europeo nel 2013, che raccomandano e promuovono un'istruzione e un apprendimento permanente, tenendo conto che il potenziale di apprendimento non è statico. Nel 2012 l'Agenzia europea ha sottolineato l'importanza di rendere consapevoli gli insegnanti dei bisogni individuali di ciascuno: ognuno di noi ha il suo talento e tutti insieme costruiamo una migliore comunità. Europa 2020 punta a creare una società inclusiva e sostenibile. Sempre nel novembre 2013 l'Agenzia europea ha individuato 5 messaggi chiave per un intervento precoce, l'educazione inclusiva e la formazione agli insegnanti. Labtalento dal 2012- conclude la direttrice- ha promosso un accordo di rete a livello nazionale organizzando corsi di formazione e una piattaforma di didattica per gli insegnanti formati. Con l'IdO sono invece due anni che lavoriamo per individuare, supportare e formare i docenti del Centro Sud Italia".
(Wel/ Dire)