Villani (Sip): In Italia manca cultura all'infanzia e al neonato
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 30 giu. - "Sono un milione i bambini definiti con necessità assistenziali complesse, e tra questi una piccola parte con condizioni meritevoli di attenzione: affetti da patologie croniche, fortemente prematuri o con cardiopatia. Minori con patologie neuromuscolari che trent'anni fa morivano, questo è il maggiore punto di differenziazione tra il Sistema sanitario nazionale pediatrico di oggi e quello di 30-40 anni fa". Lo dice Alberto Villani, pediatra e vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) in una intervista alla DIRE.
"L'Italia ha il più basso tasso di natalità del mondo- prosegue il medico- i bambini sono diventati rari e ancor meno conosciuti. Un neonato che irrompe in una famiglia è qualcosa di insolito, poco conosciuto e come tale viene vissuto e affrontato. C'è una scarsa cultura dell'infanzia, molti genitori hanno come prima e unica occasione di contatto con i neonati quella della nascita del loro figlio. Manca anche una preparazione a questo ruolo- rimarca il pediatra- tanto che l'aspetto tipico della nostra società è che il ruolo del genitore e della maternità sia stato dimenticato, se non addirittura avversato".
Il vicepresidente della Sip continua: "Ci troviamo di fronte alla disgregazione della famiglia. Di fatto per un pediatra è molto difficile chiarire chi sia l'interlocutore che si trova davanti. Trent'anni fa i ruoli di padre e madre erano ben definiti, adesso chi ha la cura del bambino raramente è il genitore".
MANCA UNA CULTURA AL NEONATO - "Sempre più genitori vivono come patologico ciò che è normale nei bambini molto piccoli. Manca una cultura al neonato- aggiunge Villani- perché vivere come patologiche situazioni normali, come il dormire poco o il piangere, indica proprio l'assenza di una cultura all'accudimento del bambino e dell'infanzia. Rigurgiti o coliche gassose vengono enfatizzati con un ricorso alla medicalizzazione- precisa il pediatra- quando occorrerebbe solo una corretta gestione". POCA CULTURA GENITORIALE - "Oggi non si è mai preparati al ruolo di genitori, trent'anni fa era difficile che si diventasse madri senza aver avuto prima contatti con nipoti o figli di amici. La nuova piramide generazionale ha reso i bambini una tale rarità, che spesso rappresentano un unicum in una famiglia che magari conta dieci adulti".
MANCA UNA SENSIBILITÀ - Come vicepresidente della Sip, "ci poniamo il problema che il pediatra da solo può poco. Manca il rispetto alla maternità. Una donna deve rientrare a lavoro quanto prima e poi non ha aiuti. Questo è un problema sociale, organizzativo e politico enorme, che viene trascurato e ignorato.
Mentre in Svezia, Francia e Germania ci sono politiche sociali che prevedono aiuti concreti alla maternità e ai bambini- denuncia Villani- in Italia abbiamo un'inversione di tendenza.
Bisogna fare qualcosa per l'infanzia, occorre una reale e concreta tutela. A volte dico provocatoriamente che ci vorrebbe per i bambini la stessa sensibilità che si ha per gli animali: i 'Bau-bau parchi' sono più estesi delle aree verdi destinate ai bambini. Non c'è una capacità gestionale dei minori- conclude Villani- c'è latitanza".
(Wel/ Dire)