Ma bisogna saper leggere. Esempi da Ondina al Flauto magico
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 23 giu. - Le fiabe sono una radiografia della psiche collettiva, un esempio di anatomia comparata della psiche che bisogna saper leggere. Come? Robert Mercurio, segretario della sede romana dell'Associazione di ricerca della psicologia analitica (Arpa) e relatore al convegno dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) sulla Fiaba, spiega: "Secondo Jung, per avere la giusta sensibilità nella lettura sono fondamentali quattro funzioni: pensiero, sentimento, intuizione e sensazione".
IL MOTIVO DEGLI ANIMALI - Spesso nelle fiabe uomini vittime di incantesimi non riescono a tornare pienamente umani. "Siamo abituati a vedere questo aspetto come un deficit, una istintualita' che cerchiamo di perdere per una completa umanizzazione. Siamo sempre nella logica di un processo che ci porterà alla piena consapevolezza, o siamo destinati ad avere sempre una parte animale? Jung la chiama funzione inferiore- chiarisce Mercurio- una risorsa, la radice permanente che abbiamo nell'inconscio. Abbiamo la funzione inferiore ma non avremo mai una piena consapevolezza. Non è un difetto, al contrario serve a ridimensionare la coscienza e a farci capire che nessuno è padrone della propria casa completamente".
LA FIABA DI ONDINA - Esiste una fiaba dei fratelli Grimm sulla figura di Ondina, una donna che vive nelle acque: un giorno due bambini, un fratello e una sorella, vanno a giocare vicino a una fontana e cadono. Li c'è un'Ondina che li rende suoi servi. Alla ragazza affida il compito di filare una lana tutta ingrovigliata e portare l'acqua in una botte piena di buchi. Il fratello invece dovrà tagliare un albero. Loro decidono di ribellarsi.
Aspettano una domenica mattina che Ondina vada a messa e fuggono. Ondina però li insegue, e durante la corsa i bambini gettano dietro le loro spalle una spazzola che si trasformerà in una montagna di spazzole che a fatica Ondina supererà. I due fratelli allora getteranno un pettine, che diventerà una montagna di pettini. E anche in questo caso Ondina ce la farà.
Infine, la ragazza lancerà uno specchio che darà vita a una montagna di specchi. Ondina dovrà fermarsi, non ce la fa e decide di tornare a casa a prendere un martello per rompere i vetri, ma nel frattempo i ragazzi sono fuggiti.
Che tipo di situazione psicologica incarna Ondina? "Ondina è indifferenziata, i due ragazzi tendono invece a differenziarsi con prove difficilissime da affrontare. Se volessimo essere riduttivi- afferma Mercurio- potremmo dire che Ondina è l'inconscio materno risucchiante che blocca qualsiasi tentativo di far emergere il bambino, predisponendolo a una dissociazione. Ma in questa fiaba- continua l'analista- Ondina è anche una spinta individuativa e la spazzola e il pettine sono gli strumenti di differenziazione. Una metafora che segna il passaggio dall'infanzia all'adolescenza".
GIOBBE È MITO FONDATIVO DELLA PSICOANALISI - "La capacità della coscienza di differenziazione, proprio come fa Giobbe nel suo specchio". Per Robert Mercurio è Giobbe il mito fondante della psicoanalisi, perché "davanti all'inconscio occorre una coscienza in grado di utilizzare la propria sensibilità per giustificare all'inconscio quello che sta facendo".
IL SEGRETO NELLA FIABA DI MELINA- Il segreto è antitesi della relazione o è relazione essa stessa? Chiede l'analista dell'Arpa. "Nella fiaba di Melina, il re, sbirciando da un buco fatto nel bagno, scopre la natura della moglie metà animale. Egli inizialmente mantiene il segreto. Raccontare o mantenere il segreto è un segno di fiducia reciproca. Secondo Jung la casa di vetro è proprio quello spazio segreto dentro ognuno di noi, anche se non è sempre presente alla coscienza. La melusina- chiarisce Mercurio- cosa rappresenta se non una realtà simbolica che non può essere portata a livello della consapevolezza?". IL FLAUTO MAGICO - È una fiaba d'autore scritta da Mozart. La Regina della notte, degli astri fiammanti (le stelle), è "la rappresentazione della coscienza femminile offesa dall'arroganza della luce solare. In questo gioco tra luce e ombra, c'è la fragilità femminile della figlia Pamina che non sa in quale dimensione svilupparsi. Alla fine la Regina della notte morirà e Pamina sposerà Tamino, il suonatore del flauto, sotto la luce del Sole. Nella fiaba di Mozart viene sacrificato il valore del mistero- precisa Mercurio- le sfumature. Tutto è dalla parte di una luminosità forte e decisa che elimina qualsiasi forma di oscurità. Certo- conclude l'analista dell'Arpa- in tutti i momenti di indecisione noi ci troviamo in uno spazio compreso tra luci ed ombre. Le domande da porsi allora sono: fino a che punto bisogna lasciare spazio alla luna e quando è il momento di stare dalla parte del sole? Quando dobbiamo svelare un segreto e quando dobbiamo dare all'inconscio un contenimento che non sia una gabbia?".
(Wel/ Dire)