Al via progetto Ue 'XCycle' (con la Volvo) per la sicurezza dei ciclisti
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 16 giu. - Un mix di psicologia e nuove tecnologie per salvare la vita ai ciclisti. E' al via il progetto europeo XCycle, coordinato da Luca Pietrantoni del dipartimento di Psicologia dell'Alma Mater di Bologna. Il progetto riunisce nove partner tra Universita', centri di ricerca e imprese (fra cui Volvo) da cinque diversi Paesi, con l'obiettivo di sviluppare strumenti e mezzi che aiutino i ciclisti a pedalare in sicurezza nel traffico cittadino, incentivando cosi' l'uso della bicicletta. Da un lato si lavorera' sul fronte della tecnologia, ad esempio per migliorare la rilevazione dei ciclisti da parte di auto, moto e camion. L'idea e' sviluppare "sistemi all'avanguardia- spiega l'Ateneo in una nota- basati su interfacce che informino sia il conducente sia il ciclista di un possibile pericolo, con particolare attenzione agli incroci". Dal momento che "udito e vista sono gia' superstimolati, la segnalazione di pericolo sara' basata sul canale tattile attraverso stimoli provenienti da sedili, maniglie, volante, pedali o direttamente dal sito stradale".
Allo stesso tempo si lavorera' anche sul lato psicologico, analizzando comportamenti e processi percettivi e cognitivi dei ciclisti e degli automobilisti. "Se si vuole promuovere l'uso della bici, e' sulle percezioni e sui comportamenti che bisogna agire per indurre un cambiamento collettivo- spiega Pierantoni- nell'analisi costi-benefici i cambiamenti comportamentali saranno tradotti in una stima di incidenti e morti evitati". In particolare, il progetto proporra' soluzioni per affrontare due casi: l'interazione tra biciclette e automobili (o mezzi pesanti) agli incroci e la predisposizione di una corsia "verde" per i ciclisti che si avvicinano alla segnaletica.
Le soluzioni elaborate dal progetto XCycle saranno testate e valutate in una nuova infrastruttura per l'educazione stradale sorta nella citta' di Braunschweig, in Germania, utilizzando una bicicletta "tecnologica" studiata appositamente e dotata di specifici sensori. XCyxle avra' una durata di 42 mesi ed e' stato finanziato dalla Ue nell'ambito del Horizon 2020.
In Italia, sottolinea l'Ateneo, ogni anno sono 17.000 gli incidenti che coinvolgono ciclisti, con una media di 50 al giorno. In caso di incidente, solo il 5% dei ciclisti rimane incolume e ogni anno muoiono circa 300 ciclisti solo in Italia. In generale, continua l'Alma Mater, "le statistiche confermano, come in molti Paesi europei, i ciclisti rimangono un gruppo a piu' elevato rischio di rimanere gravemente feriti e di essere coinvolti in incidenti letali rispetto agli altri attori della strada". Allo stesso tempo, chi pedala "non e' trattato equamente dai sistemi che regolano il traffico". Ad esempio, segnaletiche e sensori di rilevazione "frequentemente non registrano la presenza o l'avvicinamento di un ciclista".
(Wel/ Dire)