(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 16 giu. - Mauro è il più anziano del gruppetto. Infila i guantoni e assesta due pugni a uno dei sacchi appesi al soffitto. Mi guarda soddisfatto: "È uno sport faticoso, ma ci si sente meglio. Ho la pancia e ogni tanto mi devo fermare per riposare, ma è utile". Mauro è uno dei sei ragazzi con problemi di salute mentale, seguiti dall'associazione Aiutiamoli, che frequentano il corso di box nella palestra O.pi.gym, in corso di Porta Romana a Milano.
Mentre i sei, di cui due ragazze, fanno i loro esercizi sui tappetini, nel ring si stanno allenando due campioni della boxe italiana: Andrea Scarpa e Renzo De Donato. "È uno degli aspetti positivi di questa esperienza- spiega Cristina Ardigò, presidente dell'associazione Aiutiamoli-. I nostri giovani non sono separati dagli altri, imparano a stare in mezzo alle persone". Il corso di boxe si tiene una volta alla settimana, per un'ora. "Quanto basta per rimettere in moto un corpo fermo da anni e affaticato dai farmaci- aggiunge la presidente-. Li aiuta a essere più autonomi, a gestire meglio il proprio corpo".
Per Franco Chierchi la boxe è vita. È stato campione europeo dei pesi mosca, ha insegnato boxe in un carcere francese per due anni. E ora gestisce, insieme al nipote Alessandro e ad Alberto Canuzzi, la palestra O.pi.gym, ricavata in un seminterrato. "È molto bello vedere che migliorano ogni volta che vengono qui-racconta-. La boxe aiuta a tenere la mente serena, a scaricare tensioni, a incanalare la rabbia in un percorso diverso. È una disciplina completa. Non è solo tirare pugni. Anzi, prima c'è tanta ginnastica, esercizi di coordinamento. Fa bene a chiunque, anche a chi ha problemi di salute mentale".
Uno dei "nostri ragazzi stava sempre appartato, anche al centro diurno. Non legava con nessuno- racconta Stefano Conti, uno degli educatori di Aiutiamoli-. Con il corso di boxe è riuscito ad aprirsi agli altri e ora partecipa anche ad altre attività dell'associazione".
Spesso chi ha problemi di salute mentale "viene visto come una persona potenzialmente pericolosa. A parte il fatto che si tratta di un pregiudizio- sottolinea Cristina Ardigò-, l'attività sportiva, e in particolare la boxe, permette invece di sfogare la rabbia. Una rabbia che deriva dal fatto di essere consapevoli di avere un problema che non permette di vivere pienamente la propria vita, di trovare un lavoro, di avere una relazione sentimentale". L'associazione Aiutiamoli, nata nel 1989 per iniziativa di alcuni parenti di malati mentali, oggi gestisce un centro diurno e un progetto di residenzialità leggera, costituito da una rete di appartamenti in cui vivono autonomamente alcuni pazienti con il sostegno e la supervisione di un'equipe di volontari e operatori. "Nel centro diurno abbiamo molte attività- ricorda la presidente dell'associazione-. Corsi di inglese, di teatro, di arte, di ballo latino americanoà per citare solo alcuni. Organizziamo gite, visite, uscite in pizzeria. Il 24 maggio abbiamo partecipato al Cleaning day al Parco Sempione.
Tutto questo perché i malati psichici non rimangano isolati, ma possano vivere bene in mezzo agli altri".
(Wel/ Dire)