ARTICOLO DI CHRISTIANE HOFFMANN E ANTJE SCHMELCHER PER FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG DEL 13-02-2012
Da: ADUC (traduzione e adattamento di un. A cura di Rosa a Marca). Ritalin è una pillola contro una malattia inventata - l'essere un tipo difficile. Cresce il numero di bambini con diagnosi di iperattività, ma c'è il Ritalin, che li rende piatti, arrendevoli, silenziosi, dipendenti. In Germania un ragazzino su dieci è... malato. E' agitato e rumoroso; tenta sempre di sforare i limiti; a scuola non riesce a stare seduto; è impaziente; non si concentra; si sente incompreso; prende brutti voti. E' difficile e impegnativo per genitori e insegnanti, tanto difficile che prima o poi uno specialista formula la diagnosi: ADHD, che sta per Sindrome da deficit di concentrazione e Disturbo da iperattività. A quel punto il ragazzino non è più difficile, ma malato. Per un bambino difficile ci sono cause: i genitori stressati, la famiglia distrutta, insegnanti incapaci, troppo computer e pochi alberi per arrampicarsi. Ma se lo si dichiara malato, non ci si deve più sentire responsabili. Le malattie possono essere genetiche o frutto del destino, oppure tutt'e due le cose. Nessuno può farci nulla -non il bambino, non i genitori, non i maestri, non le circostanze. Chi è malato riceve dei farmaci per guarire. Per i ragazzini turbolenti quel farmaco c'è e li rende silenziosi e attenti, si chiama Ritalin.
Una malattia inventata
Ulrich Fegeler dice che nel suo studio vengono genitori con i figli per avere una diagnosi di ADHD. In quanto pediatra lui non la può formulare, ma invia i casi sospetti agli psichiatri infantili dei grandi ospedali. "Non è mai capitato che uno solo di loro sia tornato senza diagnosi, mai". Ulrike Lehmkuhl, direttrice della clinica pediatrica della Charité di Berlino, da una decina d'anni riscontra una vera inflazione di diagnosi di iperattività. Eppure non è un virus, dice. Su dieci bambini con quel tipo di diagnosi, nove volte si tratta di un disturbo comportamentale diverso o di un'altra malattia psichica. In pratica, il 90% delle diagnosi di deficit d'attenzione è sbagliato. Devono essere tre i criteri per una diagnosi corretta: impulsività, iperattivismo, deficit d'attenzione. "E fin dalla prima infanzia: l'ADHD non si manifesta all'improvviso in settima classe". Fu lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, alla fine degli anni 1960, a classificare come malattia l'irrequietezza e la difficile concentrazione dei bambini, definendola Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. Ma quando si accorse che le diagnosi proliferavano e le ricette di Ritalin aumentavano a dismisura, gli vennero dei dubbi. Quarant'anni dopo, proprio prima di morire, Eisenberg confessò al giornalista scientifico Joerg Blech di non credere più all'ADHD, ma di considerarlo l'esempio paradigmatico di una malattia inventata.
L'ADHD è soprattutto maschile
La sindrome da iperattività si declina soprattutto al maschile, in un rapporto di quattro ragazzini per una femmina. Sono più loro a strabordare e a infrangere le regole. Ma chi è cambiato? i ragazzi? le regole? Secondo il farmacologo ed esperto sanitario Gerd Glaeske, i maschi sono portati a scavalcare i confini, solo che la nostra società non è disposta a tollerarlo. Dunque, quando si sente dire che il ragazzo disturba bisognerebbe anche parlare di colui che si sente disturbato. Ulrich Fegeler pensa che il termine "deficit d'attenzione" porti sulla pista sbagliata. Al contrario, si tratta di bambini piuttosto attenti, che prendono sul serio ogni sollecitazione. Una volta c'era un gran bisogno di persone così, capaci di capire prima degli altri. "Erano i guerrieri ideali, cacciatori e guardiani, con uno spiccato senso per il proprio ambiente". Ma oggi la società non ne ha più bisogno o crede di poterne fare a meno.
Ritalin
Si calcola che in Germania siano 250.000 i bambini e gli adolescenti trattati con il Ritalin, che attenua i sintomi ma non cura. Il principio attivo è il metilfedinato. Nel 1993 ne furono venduti 34 chili, nel 2010 ben 1,8 tonnellate. Quattro ragazzini su cinque vengono "curati" solo con la pillola bianca, sebbene le linee guida prevedano delle terapie comportamentali che portino, col tempo, a rinunciare al farmaco. "Non sappiamo esattamente come agisca sul cervello" dice la signora Lehmkuhl. Il metilfedinato non è considerato una droga, però rientra nella legge degli stupefacenti dato che può essere usato in modo improprio per accrescere le prestazioni.
Tuo figlio è malato di mente?
Si, per i medici finanziati dalle case farmaceutiche Come hanno fatto le grandi case farmaceutiche ad ottenere che a così tanti bambini vengano prescritti cocktail di farmaci (pure costosi) per "malattie mentali"? Farmaci di cui potrebbero non avere affatto bisogno? Le case farmaceutiche hanno speso milioni nelle campagne di pubbliche relazioni in cui dicono a genitori, insegnanti e medici di somministrare farmaci ai bambini al primo segno di problemi. Sanno che se i genitori trattano i figli subito, non sapranno mai se i ragazzi avevano effettivamente bisogno di farmaci in primo luogo, e se i problemi residui sono "malattia mentale" o effetti collaterali dei farmaci. I bambini saranno probabilmente anche clienti a vita perché i genitori avranno timore di toglier loro i farmaci. Nessuna meraviglia se le case farmaceutiche dicono nelle campagne di sensibilizzazione ai genitori di non aspettare che "eccessiva energia" o "sbalzi d'umore" si manifestino per iniziare la cura. Una campagna di "prevenzione" per l'antipsicotico atipico Risperdal, utilizza un macabro portafoglio abbandonato, un orsacchiotto e chiavi in una strada arida "per riposizionare un farmaco che è stato utilizzato troppo tardi per raggiungere i suoi massimi benefici" come spiega l'agenzia di pubblicità incaricata, la Torre Lazur McCann. Stando a quanto riferito sui media, il responsabile del marketing del Seroquel, un antipsicotico concorrente, ha valutato la possibilità di creare personaggi di Winnie the Pooh come Tigro (bipolare) e Ih-Oh (depresso) per vendere il Seroquel, durante un meeting di vendita di AstraZeneca. I genitori dicono che hanno visto i giocattoli con i loghi del Seroquel. Solo un bambino su dieci mila soffre di schizofrenia infantile - alcuni dicono uno su trenta mila - eppure Gabriele Masi e l'Istituto Stella Maris di Neuropsichiatria per bambini e adolescenti presso l'Università di Pisa, non smettono di dipingerla come un problema di salute pubblica. In un articolo pubblicato sulla rivista CNS Drugs, intitolato "I bambini con schizofrenia: quadro clinico e trattamento farmacologico", Masi scrive che "la consapevolezza dell'esordio della schizofrenia infantile sta aumentando, grazie ad una più precisa definizione ora disponibile del quadro clinico e dei primi segnali, dell'esito e delle strategie di trattamento". I sintomi della schizofrenia infantile includono "deficit sociale" e "illusioni... relative ai temi dell'infanzia" scrive Masi. Quale bambino non ha un "deficit sociale"? Le illusioni includono i compagni di gioco immaginari? Masi biasima aspramente "la cautela da parte di medici al fine di fare una diagnosi di schizofrenia" invece di prescrivere subito il trattamento. Masi ha ricevuto finanziamenti per la ricerca da Eli Lilly, ha lavorato come consulente per la Shire e come conferenziere per la Sanofi - Aventis, AstraZeneca, GSK e Janssen, che producono molti dei principali psicofarmaci per i bambini, come afferma l'American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. Verrebbe la tentazione di ridicolizzare quei medici sponsorizzati dalle case farmaceutiche che diagnostichino malattie mentali e persino ricadute e "resistenza al trattamento" in persone che sono sul pianeta da quaranta mesi. Ma patologizzare bambini di 3 anni non è divertente. Entrambe, Rebecca Riley di Hull, 4 anni, Massachusetts e Destiny Hager, 3 anni di Council Grove, Kansas, sono morte nel 2006 a causa degli psicofarmaci, tra cui il Geodon e il Seroquel, che assumevano per curare i loro "disturbi bipolari". E nel 2009, Gabriel Myers, 7 anni, della contea di Broward, Florida, un bambino ospite in una struttura di stato, si è impiccato mentre era in cura con Symbyax, una pillola che combina Zyprexa e Prozac. Se non fosse per le campagne di prevenzione delle case farmaceutiche, questi bambini e altri, potrebbero ancora essere vivi.