Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), il 31 marzo si chiude
450 i non dimissibili. 'Rems inutili, valutare misure alternative'
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 17 feb. - Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha confermato la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) prevista per il 31 marzo, senza ulteriori proroghe. Pochi giorni fa la scelta e' stata ribadita anche dal sottosegretario Vito De Filippo, presidente dell'Organismo di coordinamento per il superamento degli Opg.
"Le premesse sono buone- commenta Vanna Iori, deputata reggiana del Pd, membro della II commissione (Giustizia)- in vista della chiusura e' stato anche istituito un tavolo interistituzionale a cui partecipano esponenti delle regioni che accolgono gli Opg.
Tra l'altro, visto che da 2 anni a questa parte si continua a parlare di chiusura imminente (gli Opg dovevano chiudere, inizialmente, il 31 marzo 2013, ndr), non sono nemmeno stati fatti i lavori di manutenzione ordinaria. Percio', in questi giorni molto freddi, ci sono celle gelide, in alcuni reparti non arriva nemmeno l'acqua". Iori sottolinea l'importanza del passaggio verso la presa in carico da parte del sistema sanitario: l'obiettivo e' che gli internati passino da una struttura penitenziaria a una sanitaria, e che ricevano un'assistenza adeguata. "La legge 81/2014, disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, e' buona, ma deve essere attivata per bene". La 81/2014, tra le altre cose, chiede che i programmi e gli investimenti delle Regioni si spostino dalle Rems (residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) ai Dipartimenti di salute mentale per percorsi di cura e riabilitazione individuali, necessari per evitare l'internamento e che, potenziando i servizi socio-sanitari territoriali, possono servire anche a tutti i cittadini. "Il fatto che le Rems non sono pronte e' una fortuna- spiega Stefano Cecconi di StopOpg- gia' si progettavano quasi mille posti letti sparsi in 40 strutture italiane che avrebbero accolto gli internati. Sarebbero stati dei mini manicomi. Invece, costrette a trovare soluzioni alternative, le regioni hanno utilizzato strutture gia' esistenti, non luoghi separati. Ora si deve andare per questa strada".
StopOpg ha in cantiere una serie di iniziative dal 1 al 31 marzo: incontri con Presidenti di Camera e Senato, per esempio, ma anche una staffetta del digiuno, "per chiedere la chiusura degli Opg senza proroghe e senza trucchi". Per questo, StopOpg sottolinea l'importanza di un commissario per l'attuazione della legge 81/2014 (figura prevista dalla legge) per il superamento degli Opg e l'eventuale commissariamento delle strutture ancora aperte dopo il prossimo 31 marzo.
I dati. Secondo i dati forniti dal sottosegretario De Filippo, al 31 novembre 2014 risultavano 761 persone internate (di cui 83 donne), un numero in diminuzione, se si pensa che al 31 maggio 2014, data di entrata in vigore della 81/2014 erano 847 (oltre 1.400 nel 2011). Secondo De Filippo, il 31 marzo negli Opg saranno presenti ancora 450 persone, i cosiddetti 'non dimissibili'. "Circa la meta' e' dimissibile- commenta Cecconi-altre persone avrebbero gia' finito di scontare la loro pena, se fossero state in carcere. Insomma, i numeri non sono grandi: secondo la legge, poi, ogni regione e' chiamata a occuparsi degli ex internati suoi cittadini. In pratica, l'Emilia-Romagna avrebbe 11 persone da 'ricollocare'. Che bisogno c'e' di una Rems?".
StopOpg e Vanna Iori portano all'attenzione anche un altro problema: sebbene ci si stia avvicinando alla chiusura degli Opg, si continuano a internare persone: "Due cose chiediamo- specifica Cecconi- che si accelerino le dimissioni e che si orienti la magistratura a rallentare gli ingressi. Questa situazione e' figlia della mancata revisione del codice penale". Posizione condivisa dalla deputata Pd: "Serve lavorare molto sulla collaborazione Asl, magistratura e regioni".
E dal 1 aprile? "Continueremo a monitorare, per fare continuare le dimissioni e fermare i nuovi ingressi", annuncia Iori. Intanto, Antigone e' alle prese con una Squadra di soccorso legale composta da avvocati, operatori dei servizi che possa tutelare internati e familiari, "anche per creare giurisprudenza positiva - conclude Cecconi -, contrastando le pratiche negative e il mancato rispetto di alcune nuove norme, come le mancate dimissioni a fine pena o il ricovero in Opg o Rems invece che misure alternative".
(Wel/ Dire)
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