(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 feb. - Si avvicina la data per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari dopo tanti rinvii e discussioni. Il 31 marzo, infatti, e' la scadenza fissata dalla legge per la chiusura di questi istituti, sorta in Italia a meta' degli anni settanta in sostituzione dei vecchi manicomi criminali. In merito a una vicenda che si trascina dal 2012, quando cioe' la commissione Giustizia del Senato ha approvato all'unanimita' la chiusura definitiva degli opg, il Comitato nazionale Stop opg ha chiesto un incontro al sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (presidente dell'Organismo di Coordinamento del processo di superamento degli Opg).
"Vogliamo essere sicuri che la chiusura sara' rispettata. E che al loro posto non si apriranno nuove strutture manicomiali", sottolinea con forza il Comitato. "In occasione del recente seminario al Senato i rappresentanti di governo e regioni hanno confermato che non servono proroghe alla chiusura, ne' insistere sulle Rems (i "mini opg" il cui numero puo' essere drasticamente ridotto) ma che serve piu' assistenza sociale e sanitaria nel territorio. Il dato piu' clamoroso lo riporta la relazione di ottobre 2014 del governo sugli opg, in cui si dichiara che la grande maggioranza degli internati risulta dimissibile".
Quali sono ora i passi da fare? Il piu' urgente per il Comitato Stop Opg e' sicuramente quello di implementare e completare le dimissioni: "Occorre rendere disponibili per le regioni i finanziamenti per la chiusura degli opg e spostarli dalle Rems ai Dipartimenti di Salute Mentale. Principalmente costruire strumenti di 'pressione' perche' si determino le dimissioni immediate delle persone definite dalle stesse Asl dimissibili.
Quindi ora e' urgente implementare e completare le dimissioni". Nonostante la data fissata per la chiusura sia ormai vicina, continuano ad aumentare i nuovi ingressi in opg. Un dato che preoccupa non poco il Comitato: "Esprimiamo pure preoccupazione per i nuovi ingressi in opg, che stanno aumentando, nonostante la legge disponga priorita' alle misure alternative. Questo fenomeno deve preoccupare: sappiamo che dipende dalle scelte della magistratura, anche dovute alla mancanza di presa in carico delle persone e da una scarsa o assente collaborazione tra la magistratura stessa e i servizi delle Asl. Pertanto e' necessario un intervento adeguato, anche del ministero della Giustizia e di vigilanza del Dipartimento per l'Aministrazione Penitenzaria". La stessa ipotesi di attivare "Rems provvisorie- conclude il Comitato- che abbiamo visto essere presente in alcuni programmi regionali, deve essere funzionale al superamento delle stesse Rems, per privilegiare le misure alternative, non come soluzione transitoria in attesa della costruzione di quelle nuove".
(Wel/ Dire)