Nel 2030 depressione seconda causa elevata perdita anni vita
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 3 feb. - "I farmaci del sistema nervoso centrale occupano il quarto posto per prescrizione (85,9 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e il sesto per spesa pubblica, pari a 1,4 miliardi di euro (23,1 euro pro capite)". Lo rende noto l'Osservatorio sull'impiego dei Medicinali (Osmed), dell'Agenzia italiana del farmaco, nel suo rapporto nazionale su 'L'uso dei farmaci in Italia' (gennaio-settembre 2014).
"Nell'ambito dell'assistenza convenzionata, gli antidepressivi sono la categoria più prescritta. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono i più utilizzati (28,0 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), mentre gli antiepilettici, tra cui i farmaci a base di topiramato, levetiracetam, gabapentin, pregabalin, lamotrigina, ecc. diventano la prima categoria per spesa convenzionata (3,3 euro pro capite), prendendo il posto degli SSRI (3,2 euro pro capite).
Escitalopram, pregabalin e duloxetina- precisa l'Osmed- sono i primi 3 principi attivi compresi tra i 30 a maggiore incidenza sulla spesa convenzionata. Nello specifico della categoria dei farmaci antidolorifici ad azione centrale si registrano rilevanti incrementi del consumo degli alcaloidi naturali dell'oppio (morfina, idromorfone, oxicodone e codeina in associazione) e degli altri oppiacei (tramadolo e tapentadolo). Il tapentadolo è il terzo principio attivo a maggior variazione di spesa convenzionata rispetto al 2013 con un incremento del +38,5%".
Alcuni recenti studi internazionali "indicano che nel 2030 la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute. Ed inevitabilmente gli antidepressivi- continua Luca Pani, direttore generale dell'Aifa- rappresentano ad oggi una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica. Nell'ultimo decennio il consumo di antidepressivi è cresciuto in maniera drammatica: da una parte, per l'aumentata prevalenza di depressione ed altri disturbi psichiatrici di comune riscontro nella popolazione generale, quale ansia ed attacchi di panico; dall'altra, per la maggiore maneggevolezza di altri antidepressivi di recente commercializzazione e degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). La prevalenza di depressione è più alta nelle donne rispetto agli uomini ed aumenta in maniera rilevante all'aumentare dell'età, con un picco vicino al 15% negli ultra 75enni, valore probabilmente sottostimato a causa dei casi di depressione frequentemente non diagnosticata in età avanzata".
Indipendentemente dall'antidepressivo utilizzato "(SSRI o antidepressivi triciclici), le linee guida raccomandano un trattamento di almeno 6 mesi nei pazienti affetti da depressione- precisa l'Osmed- in virtù dell'alto rischio di recidiva a cui si attribuisce gran parte dei costi economici e sociali della depressione. Precedenti studi osservazionali hanno tuttavia dimostrato che quasi il 50% dei pazienti in trattamento con antidepressivi sospende il trattamento nei primi tre medi di terapia ed oltre il 70% nei primi 6 mesi. I dati provenienti dai database amministrativi della Asl mostrano che nel 2014 la percentuale di pazienti aderenti risulta solo del 39,1%, sebbene in lieve aumento rispetto agli anni precedenti. Si registra una percentuale pari al 23,6% di pazienti trattati con farmaci e antidepressivi occasionali- conclude- sebbene in calo rispetto al 2013".
(Wel/ Dire)