(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 14 apr. - Di omosessualita' si parla, non e' un tabu' per l'80% dei giovani italiani che dice di affrontare l'argomento in famiglia (29%), a scuola (17%) e tra gli amici (49,5%). Inoltre, secondo un recente sondaggio realizzato dall'Istituto di Ortofonologia (IdO) su circa 1.000 studenti, un ragazzo su tre dichiara di avere amici o amiche omosessuali. Ma cos'e' l'omosessualita' e a che eta' si e' pienamente consapevoli del proprio orientamento sessuale? È il tema del nono video di 'Se Sso e' Meglio Live!' sul portale diregiovani.it (
http://www.diregiovani.it/rubriche/sesso-e-meglio/19072-identita-genere-sesso-affettivita.dg è il video di Se sso è Meglio).
Per il 29% dei ragazzi l'omosessualita' e' una scelta consapevole e personale, mentre per il 24% una variante sessuale normale che si pone accanto all'eterosessualita'. Invece, per un ragazzo su dieci (il 12%) si tratterebbe di un disturbo mentale. "Quest'ultimo dato e' certamente allarmante- hanno precisato gli psicoterapeuti dell'IdO- ma riflette l'atteggiamento del mondo esterno che li circonda, che per l'89% dei giovani e' avvertito come ostile nei confronti dell'omosessualita'. Infatti, alla domanda 'quali persone dimostrano una maggiore difficolta' rispetto a questa tematica' hanno risposto: la Chiesa nel 36% dei casi, la societa' in generale nel 31% e infine i genitori per il 13%". Eppure i ragazzi hanno le loro idee sull'argomento e le esprimono chiaramente: quasi un ragazzo su due (48%) e' favorevole ai matrimoni gay, mentre nel 67% dei casi sono contrari alle adozioni per le coppie omosessuali. Ma chi sono i gay e quando ci si rende conto di avere una diversa identita' di genere? "Il ruolo di genere non necessariamente coincide col sesso biologico - hanno precisato gli esperti dell'IdO- non e' la sola natura, tramite la programmazione genetica, che definisce nella totalita' cosa sia una personalita' maschile o femminile, lo facciamo in buona parte anche noi in prima persona e il contesto in cui cresciamo. Ad esempio- hanno spiegato- i bambini, sia maschi che femmine, nascono con proprie caratteristiche di personalita' che vengono poi incanalate verso la femminilita' o la mascolinita'. In adolescenza poi, i comportamenti sessuali sperimentati nell'infanzia vengono rivisti, selezionando quelli piu' adatti alla propria percezione di genere".
Quindi la sessualita' "e' un'esperienza, come un viaggio- ha aggiunto la ginecologa Marina Risi- e la pulsione verso il proprio sesso non e' necessariamente indice di omosessualita', che spesso tra i giovani viene agita in maniera non sessuale.
Parliamo di quel tipo di complicita' che si crea tra due o tre ragazze o tra due o tre ragazzi - ha ricordato il vicepresidente della Sipnei, la Societa' italiana di psico-neuro-endocrino-immunologia - e che spesso si caratterizza come una forma di omofilia, nel senso di amare il proprio sesso. Questo non vuol dire avere una tendenza omosessuale". È possibile, quindi, che in una fase della vita si verifichino attrazioni per persone dello stesso sesso, che tuttavia non comportano una vera e propria condizione di omosessualita' o disturbi dell'identita' di genere, ma rientrano nelle sperimentazioni che l'individuo sente di dover fare per definire meglio la propria identita'. "Nei momenti di confusione - hanno concluso gli psicoterapeuti dell'IdO - puo' essere di aiuto parlarne con una persona di fiducia, perche' confidarsi puo' aiutare a sentirsi meno disorientati e a fare chiarezza".
(Wel/ Dire)