(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 14 apr. - Alla domanda 'Ritieni che la scuola debba garantire l'informazione sulla sessualità?' il 60% degli adolescenti risponde 'Sì, dalle medie'; il 23% risponde 'Sì, dalle superiori'; solo il 7% dice di no. Inoltre, l'85,7% dei giovani vorrebbe che l'offerta informativa venisse da personale extrascolastico. Sono dati rilevati dall'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) nell'ambito di una ricerca svolta nel 2010 in diverse scuole superiori della Capitale, su un campione di 947 soggetti.
"È curioso come, dalla stessa inchiesta, la quasi totalità dei giovani intervistati ritengano di aver ricevuto un'educazione sessuale sufficiente e/o adeguata, anche se circa il 26% dice di aver avuto le informazioni dagli amici. Ciò significa che i ragazzi ancora preferiscono ricorrere al passaparola, perché trattare l'argomento con genitori e adulti risulta imbarazzante o difficile da affrontare. Probabilmente se ci fosse l'abitudine a parlarne, sia a scuola che a casa, i ragazzi imparerebbero a superare l'impaccio e, di conseguenza, ad avere informazioni più chiare e precise".
Il dibattito sul tema dell'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole è iniziato in Italia già nei primi anni del secolo scorso. In Parlamento fu avanzata una proposta di legge per l'introduzione di un corso di educazione sessuale nelle scuole. L'iniziativa non ebbe successo e da allora quasi niente è cambiato. Rispetto a questa materia i genitori si sentono imbarazzati ed incerti; gli educatori si sentono chiamati ad un compito a cui spesso non sono preparati; inoltre sono in molti ad avere posizioni etiche e ideologiche contrastanti rispetto all'argomento.
La più recente proposta di legge in Italia risale al Novembre 1992. Da allora non se ne è praticamente più parlato. A partire dagli anni '80 del secolo il discorso è nuovamente tornato centrandosi soprattutto sulla prevenzione dalle malattie, in seguito alla diffusione di quelle a trasmissione sessuale, fra cui l'AIDS. L'educazione sessuale è tornata dunque alla ribalta, con scopi di profilassi: per il bene della salute anche le persone più chiuse su questi argomenti sembrano disponibili a superare le resistenze riguardo al tema, aprendosi alla possibilità di poter parlare di igiene sessuale e dunque anche di preservativi, omosessualità, promiscuità ecc.
In molti Paesi, come in Inghilterra e in America, vi sono influenti lobbies politiche e religiose che ritengono che l'educazione sessuale nelle scuole possa essere controproducente e indurre i giovani alla sessualità troppo precocemente.
In Olanda invece sembra che i legislatori siano riusciti a mettere a punto dei programmi di educazione sessuale in cui gli insegnanti sono incoraggiati a parlare di sessualità molto liberamente, senza temere ritorsioni. Non a caso è il paese con il minor tasso di gravidanze giovanili in Europa e sebbene gli studenti olandesi comincino ad avere lezioni sul sesso già in giovanissima età, il loro primo rapporto sessuale avviene intorno ai diciassette anni, più tardi che in Italia o in Inghilterra.
I veri pionieri dell'educazione sessuale nelle scuole sono gli Svedesi, che l'hanno inserita obbligatoriamente nella didattica nel 1956. In Francia dal 1973 vi è un corso extra scolastico facoltativo, come anche in Inghilterra e in Galles. In Finlandia, invece, la Population Family Welfare Federation distribuisce a tutti i quindicenni un kit introduttivo con un opuscolo, un profilattico e il video di una storia d'amore in cartoni animati. In Italia la prima proposta legislativa avanzata per introdurre l'educazione sessuale nelle scuole risale al 1910, ma nonostante la proposta non avesse ottenuto abbastanza consensi per il varo di una legge, il dibattito è ancora in corso. A oggi, l'introduzione dell'educazione sessuale nei programmi didattici non è stata ottenuta.
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http://www.diregiovani.it/rubriche/sesso-e-meglio/20758-educazione-sessuale-.dg (Wel/ Dire)