"I temi e le professionalità psicologiche vengono banalizzati"
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 7 apr. - "Come psicologi, siamo ben lieti che le emittenti televisive si occupino di tematiche di nostra competenza. Perché un media potente come la televisione potrebbe senz'altro contribuire a sensibilizzare il grande pubblico sulla centralità della salute mentale ai fini del raggiungimento di un benessere individuale e collettivo lungo tutto l'arco di vita. Tuttavia non possiamo che essere invece sconcertati quando, e purtroppo ultimamente accade spesso, i temi e le professionalità psicologiche vengono banalizzati o chiamati in causa in modo improprio e scorretto: l'ultimo caso è quello di 'Ostetriche', il docureality partito in questi giorni sul canale 'Real Time'". Lo dichiara, in una nota, Nicola Piccinini, presidente dell'Ordine psicologi del Lazio.
"Nel programma- continua Piccinini- le ostetriche coinvolte forniscono ai genitori informazioni scorrette che sconfinano spesso, e con modalità del tutto errate sul piano metodologico e contenutistico, nel campo della psicologia. Vengono infatti impartiti consigli che non hanno nessun riscontro scientifico e, non a caso, i genitori partecipanti alla trasmissione sembrano riceverli con disagio, poiché le loro competenze genitoriali e la loro percezione dei bimbi vengono sottoposte a una smentita inattesa, motivata in modo approssimativo".
Mirta Mattina, psicologa e responsabile del gruppo di progetto sulla perinatalità, attivato dall'Ordine psicologi del Lazio, afferma: "Come professionisti siamo profondamente contrari e critici verso una diffusione di massa di informazioni sbagliate e di consigli comportamentali scorretti, ancor più se in relazione ad un periodo così importante come quello perinatale. Lo stile direttivo e prescrittivo non dovrebbe appartenere a nessun operatore sanitario, e riscontriamo invece una preoccupante superficialità nella disinvoltura con cui le ostetriche protagoniste del programma dispensano indicazioni di natura psicologica del tutto errate- conclude Mattina- completamente sconnesse dalla necessità imprescindibile di dare centralità ai bisogni emotivi dei bambini".
(Wel/ Dire)