Vichi (IdO): Suo ruolo in equipe multidisciplinare è fondamentale
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 7 apr. - 'Nella realtà del lavoro sul territorio lo psicologo vive ogni giorno a contatto con l'equipe del proprio servizio, con l'utenza, con gli operatori della scuola e dei servizi di riabilitazione, con le figure mediche e in particolare con psichiatri e neuropsichiatri infantili. Nell'attività lavorativa quotidiana lo psicologo collabora quindi con altre figure professionali che operano nel campo socio-sanitario come, ad esempio, medici di base, pediatri, psichiatri, neurologi, logopedisti e altri tecnici della riabilitazione, infermieri, dietologi, assistenti sociali, ma anche con genitori e familiari degli utenti e con altri professionisti operanti in altri ambiti d'interesse come il giudice, l'avvocato, l'insegnante, il pedagogista, l'educatore professionale. Infatti, al di là delle diverse specializzazioni ed ambiti di lavoro le competenze e gli strumenti dello psicologo trovano applicazione nei vari contesti di vita nei quali ci si occupa del benessere psicologico dell'individuo, del gruppo, delle organizzazioni e della comunità. Sempre di più però, soprattutto nel settore della valutazione/diagnosi e nella conseguente individuazione delle opportunità terapeutiche più adatte all'utente, il ruolo dello psicologo è dequalificato e 'frustrato' a favore di una visione quasi esclusivamente medica del disturbo'. Lo spiega alla Dire Paola Vichi, psicologa dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) e responsabile di una delle sedi dell'Istituto.
'L'uso dei manuali diagnostici di taglio psichiatrico, la necessità di individuare i disturbi in base alla presenza di caratteristiche descrittive dello stesso- chiarisce la terapeuta- mettono a volte in secondo piano aspetti fondamentali del lavoro psicologico. Il colloquio clinico ad esempio, che rappresenta sempre il primo strumento di conoscenza del problema, ha la stessa valenza e importanza della somministrazione di test o di una visita medica anche solo per l'individuazione della domanda clinica. Ma a volte, per ragioni di tempo o di risorse, si rischia di limitare il colloquio a poche domande che hanno un sapore più anamnestico che clinico: una raccolta dati per capire il problema, ma senza la possibilità di un approfondimento che aiuti a comprendere profondamente le ragioni della difficoltà o del problema che si sta affrontando'.
Nella diagnosi poi, così come nelle unità di valutazione, 'la figura dello psicologo è di pura consulenza se non addirittura assente- denuncia l'esperta- l'utente riceve una diagnosi di taglio puramente medico, con ridotta considerazione della componente emotivo affettiva del disturbo che spesso è relegata ad una definizione, spesso aggiunta in comorbidità alla diagnosi psichiatrica principale o come una descrizione di cui non ci si potrà prendere cura. Anche la fase di valutazione psicologica e di somministrazione dei test risulta a volte ridotta e/o limitata ad indagini di primo livello. La proposta di test proiettivi- rimarca Vichi- è limitata ad alcune situazioni di approfondimento e l'indagine delle componenti affettive del disturbo non è sempre effettuabile. A volte, per rispondere in modo 'rapido' ad una esigenza diagnostica e /o terapeutica, o più spesso per indicare le risorse scolastiche nel caso dei bambini, viene sostituita da questionari di autovalutazione da parte dell'utente, dei familiari e delle insegnanti con i limiti ben noti di un simile strumento e con una svalorizzazione della cultura psicologica'.
Il ruolo e il valore dello psicologo in equipe multidisciplinare è 'fondamentale non solo nelle situazioni di emergenza, o di indagine su attivazione dei servizi sociali o del tribunale, ma anche e soprattutto nella prevenzione e nella diffusione del benessere della persona così come nella individuazione degli interventi più adeguati. L'ambito di intervento per eccellenza, infatti, riguarda i problemi di adattamento, i disturbi di comportamento, gli stati e condizioni di malessere e sofferenza allo scopo di valutarli e prendersene cura per facilitare e sostenere il benessere e lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale delle persone. Gli interventi andrebbero finalizzati sempre di più alle attività di prevenzione, valutazione, abilitazione-riabilitazione e sostegno psicologico- conclude la psicoterapeuta IdO- con particolare riguardo alla comprensione della domanda dell'utente (individuale e non), alla psicodiagnostica e agli interventi di aiuto e sostegno, compresi quelli più strettamente terapeutici'.
In estrema sintesi, secondo Paola Vichi, le funzioni che lo psicologo svolge nelle Asl riguardano le aree di: Attività clinica in età evolutiva, dell'adolescenza e dell'adulto; Psicologia consultoriale; Neuropsicologia; Psicologia delle dipendenze; Attività di prevenzione; Attività di formazione. TIPOLOGIE DI FUNZIONI E ATTIVITÀ PROFESSIONALI CARATTERISTICHE 1) Diagnosi delle caratteristiche di personalità e assessment delle caratteristiche personali, delle risorse psicosociali, dei bisogni e delle aspettative nelle diverse fasi d'età, mediante strumenti quantitativi (inventari, test) e qualitativi (osservazione diretta in situazione, colloqui clinici, intervista narrativa, focus group, ecc.).
2) Scelta o costruzione, adattamento e standardizzazione, somministrazione e interpretazione di strumenti d'indagine psicologica funzionali alla sintesi psicodiagnostica (test, inventari e questionari su abilità cognitive, interessi, motivazioni, personalità, atteggiamenti, interazioni di gruppo e sociali, sindromi patologiche, idoneità psicologica a specifici compiti e condizioni, ecc.).
3) Assessment del grado di adattamento di un individuo al gruppo o alle comunità di cui fa parte, analisi delle eventuali dinamiche conflittuali interpersonali (di coppia, genitoriali, ecc.) e consulenza per la negoziazione e mediazione di tali conflitti.
4) Assessment delle caratteristiche genitoriali per l'idoneità all'adozione e affidamento.
5) Assessment del grado di imputabilità/responsabilità individuale (interdizioni, inabilitazioni, incapacità testamentaria, ecc.).
6) Assessment delle situazione di maltrattamento e abuso dei minori e proposte di intervento 7) Valutazione dell'entità dell'handicap e delle capacità residue dal punto di vista neuropsicologico, psicologico e psicosociale.
8) Realizzazione di piani di trattamento calibrati sulla domanda dell'utente (frequenza, intensità durata), monitoraggio della loro attuazione ed eventuale correzione o integrazione.
9) Progettazione e realizzazione di interventi diretti a sostenere la relazione genitore-figlio, a ridurre il carico familiare, a sviluppare reti di sostegno e di aiuto con particolare riguardo alle differenti situazioni di disabilità e disagio.
10) Counseling individuale e di gruppo relativo a problemi emozionali, di progettazione di obiettivi e piani di azione, di decisione su alternative scolastico-professionali, di gestione di difficoltà relazionali con i familiari, di comportamenti a rischio e di uso di sostanze psicoattive, ecc.
11) Interventi di sostegno e counseling per minori che hanno vissuto esperienze traumatiche per facilitare una rapida ripresa delle routine e abitudini quotidiane (scuola, gioco e tempo libero, ecc.).
12) Counseling individuale e di gruppo per facilitare la gestione efficace di situazioni stressanti, per prevenire effetti avversi a lungo termine e per un migliore adattamento e qualità di vita.
13) Attività di empowerment degli utenti portatori di peculiari situazioni di fragilità, vulnerabilità o cronicità 14) Progettazione, realizzazione e valutazione di interventi individuali e di gruppo per la riabilitazione psicosociale e di abilità cognitive e motorie (in bambini, adolescenti, adulti, anziani) e per l'inserimento della persona disabile nell'ambiente sociale e lavorativo.
15) Progettazione, realizzazione e valutazione di interventi sulla tossicodipendenza, alcoldipendenza ed altre forme di dipendenza (gioco d'azzardo, sesso, lavoro, ecc.), nonché interventi di potenziamento della rete sociale di sostegno (partner, genitori, figli, ecc.).
16) Progettazione, realizzazione e valutazione di strumenti, interventi e programmi per la prevenzione e promozione della salute, per la modifica dei comportamenti a rischio, con specifico riguardo ai contesti educativi, familiari, di comunità residenziali, associativi e lavorativi.
17) Pianificazione, conduzione o supervisione di ricerche cliniche nei vari ambiti di intervento e per differenti tipi di pazienti (bambini, adolescenti, adulti, anziani) e di programmi di ricerca-azione nell'ambito della comunità. 6 18) Supervisione individuale e di gruppo rivolti ai vari operatori della salute per potenziare le competenze comunicative e il funzionamento delle équipe 19) Attività di sperimentazione e didattica 20) Formazione degli operatori socio-sanitari (Wel/ Dire)