(DIRE) Roma, 21 feb. - "La bronchiolite e' la prima causa di ospedalizzazione dei bambini sotto il primo anno di vita nei Paesi occidentali. Mancano dati certi sui tassi di incidenza in questi primi due mesi del 2020, ma sembra che ci sia piu' virulenza rispetto allo scorso anno". A riferirlo alla Dire e' Renato Cutrera, responsabile di Broncopneumologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma "La causa principale e' il virus respiratorio sinciziale- prosegue lo specialista- che ha degli andamenti stagionali: e' presente dal mese di novembre fino al mese di marzo con un picco di incidenza che di solito precede di poco quello dell'influenza. Tra dicembre e gennaio, qualche volta febbraio, si registra il maggiore aumento di virus respiratorio sinciziale".
Si stima che la bronchiolite rappresenta il 18% delle cause di ricovero in eta' pediatrica. Inoltre, fino al 50% dei bambini con bronchiolite puo' presentare negli anni successivi episodi di bronchite asmatica prescolare. L'incidenza annuale nel primo anno di vita e' di circa 11 casi su 100 bambini. "I piu' colpiti sono i piu' piccoli o quelli con piu' fattori di rischio- chiarisce Cutrera- come ad esempio un bambino prematuro o con una patologia cronica sottostante, o ancora con una malformazione delle vie aeree".
Passando alle manifestazioni sintomatiche, il past president della Fiarped spiega che il virus "nei bambini piu' grandi e nell'adulto produce solamente un raffreddore. Anche nei bambini a rischio all'inizio si presenta con un raffreddore, poi pero' progredisce nelle vie aeree e produce dei sintomi piu' importanti che finiscono per preoccupare i genitori: una tosse, una difficolta' respiratoria e un torace che si muove piu' velocemente. Nei casi piu' gravi ci puo' essere cianosi o un'alterazione del colorito cutaneo, perche' manca l'ossigeno- sottolinea il medico- ma siamo gia' nelle fasi avanzate. I bambini con questo problema respiratorio, di conseguenza, possono smettere anche di mangiare e di bere". A livello terapeutico "si danno solamente terapie mediche nei casi piu' leggeri e i bambini vengono poi rimandati a casa- ricorda Cutrera- in quelli piu' gravi, invece, vengono ricoverati e assistiti con dei presidi specifici. E' ovvio che un vaccino antinfluenzale non previene dalla bronchiolite perche' si tratta di virus differenti, ma siccome la bronchiolite puo' lasciare uno stato di iperreattivita' dei bronchi - quindi una facilita' ad avere altre infezioni - e la bronchiolite da virus respiratorio sinciziale inizia prima dell'influenza- conclude- potrebbe essere una buona strategia avere un bambino vaccinato dopo il sesto mese di vita".
(Mem/ Dire)