Roma, 30 set. - Il Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, e l'Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno avviato un progetto per identificare i tessuti piu' soggetti al rischio di sviluppare effetti collaterali a seguito del trattamento radioterapico. Per realizzarlo saranno analizzati i dati di pazienti sottoposti ad adroterapia, forma avanzata di radioterapia che utilizza fasci di protoni e ioni carbonio al posto dei raggi X. L'obiettivo principale dell'adroterapia e' proprio garantire un trattamento preciso ed efficace al tumore, riducendo al minimo il carico sui tessuti sani. Cosi' in un comunicato stampa congiunta.
"Il Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica- spiega la nota- e' uno dei sei centri al mondo in grado di effettuare l'adroterapia con protoni e ioni carbonio, l'unico in Italia per ioni carbonio. A differenza della radioterapia convenzionale basata su raggi X, l'adroterapia e' dotata di una maggiore efficacia radiobiologica sulla massa tumorale e di una maggiore capacita' di colpire i tessuti malati, limitando la dose rilasciata ai tessuti sani. L'adroterapia oncologica e' utilizzata per trattare tumori non operabili, che non rispondono alle cure della radioterapia tradizionale a raggi X e che spesso si trovano in prossimita' di organi a rischio. Fra questi rientrano cordomi, sarcomi, condrosarcomi, carcinomi adenoido-cistici, meningiomi e tumori solidi pediatrici".
"Per questo motivo- prosegue il comunicato- il Cnao e l'Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibb), sede di Napoli, hanno avviato un progetto che si propone di osservare e analizzare quali sono i tessuti sani, vicini al tumore, che potrebbero essere soggetti a tossicita' radio-indotta. Cnao condividera' con Cnr-Ibb le immagini di tomografia computerizzata e risonanza magnetica di pazienti con meningiomi di I, II e III grado trattati con protoni, da cui si puo' valutare l'evoluzione del tumore e dei tessuti sani circostanti prima e dopo il trattamento".
"Integrando le informazioni di tali immagini, il Cnr-Ibb- afferma Laura Cella, ricercatrice Istituto di biostrutture e bioimmagini del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibb)- elaborera' un modello innovativo che indichera' le aree anatomiche piu' a rischio per l'insorgenza di effetti collaterali dovuti all'irradiazione, sfruttando per la prima volta il vantaggio della risonanza magnetica di fornire un migliore dettaglio anatomico dei tessuti a rischio. Il modello rappresentera' una mappa tridimensionale, integrando le immagini dei diversi pazienti, che sara' in grado di descrivere una relazione tra dose di radiazione somministrata e tossicita' radio-indotta".
"La collaborazione strategica tra Cnao e Cnr-Ibb- dichiara il professor Guido Baroni, Ordinario di Bioingegneria Elettronica ed Informatica al Politecnico di Milano e responsabile dell'Unita' di Bioingegneria Clinica di Cnao- permettera' di integrare un trattamento avanzato, quale l'adroterapia, con tecniche innovative per identificare aree di tessuti sani piu' sensibili alla radiazione ionizzante, cosi' da derivare strategie per ridurre il danno radio-indotto e ottimizzare al meglio il trattamento. L'utilizzo di immagini acquisite nella routine clinica sui pazienti e la creazione di questa mappa di organi a rischio permettera' inoltre di implementare soluzioni mirate alla personalizzazione del trattamento, definendo quindi una terapia su misura per il paziente".
Questo progetto - conclude il comunicato - verra' realizzato in un ambiente multidisciplinare, coinvolgendo competenze ingegneristiche, fisiche, cliniche e radiologiche tali da fornire una analisi accurata del danno radio-indotto e il conseguente sviluppo di modelli sofisticati di predizione delle tossicita'. Cio' consentira' di modulare i trattamenti con adroterapia in modo che siano ancora piu' efficaci e con un minor impatto sui tessuti sani.
(Comunicati)