Roma, 30 ott. - È stato pubblicato sul New England Journal of Medicine uno studio epidemiologico retrospettivo condotto da Mackay e colleghi su 7676 ex calciatori scozzesi professionisti, identificati in un database, che fornisce "buone e cattive notizie" sulle potenziali conseguenze a lungo termine del giocare a calcio a livello professionale. In confronto alla popolazione generale, gli ex calciatori scozzesi presentavano una mortalita' piu' bassa per le malattie neurologiche e non neurologiche comuni (ictus cerebrale e tumori del polmone) la buona notizia, ma risultavano piu' elevate la mortalita' per malattie neurodegenative e la prescrizione di farmaci per la demenza.
"In particolare- ha commentato il Prof. Gioacchino Tedeschi, Presidente della Societa' Italiana di Neurologia e Direttore I Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia, A.O.U Universita' della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli- dallo studio emerge come tra le malattie neurodegenerative sia riportata una maggiore mortalita' per la malattia di Alzheimer mentre sia registrata una minore mortalita' per la malattia di Parkinson. I risultati di questo studio si sommano a un filone di ricerca gia' portato avanti da diversi anni: fermo restando che l'esercizio fisico moderato, l'attivita' fisica, nonche' la pratica sportiva a livelli piu' competitivi hanno importanti benefici per la salute, tra cui ridurre il declino cognitivo ed il rischio di manifestare demenza1, alcuni sport di contatto che causano frequenti traumi o microtraumatismi ripetuti possono aumentare il rischio di compromissione cognitiva e neuropsichiatrica, ad esordio tardivo, dopo anni dall'attivita' agonistica, nonche' il rischio di malattie neurodegenerative e di encefalopatia traumatica cronica (CTE). Particolarmente determinante- conclude il prof. Tedeschi- e' la durata dell'esposizione a traumatismi ripetuti, piuttosto che l'intensita' di singoli, rari episodi traumatici. Questo ultimo dato e' tranquillizzante per i calciatori amatoriali, poiche' i soggetti a rischio sono solo i professionisti che per anni hanno subito dei micro traumatismi e quindi possiamo tutti continuare a giocare la partitella serale".
(Comunicati)