Roma, 10 lug. - "Il periodo estivo non agevola il mantenimento di presidi e servizi sanitari nelle aree montane alpine e appenniniche. Eppure e' proprio fino a settembre che, viste le presenze piu' alte di turisti, medici e pediatri sono ancor piu' necessari". Lo scrive in una nota Uncem, l'Unione nazionale Comuni Comunita' Enti Montani.
Uncem "ha segnalato da tempo al Ministero della Salute e a diversi Assessorati regionali alla Sanita', la necessita' di individuare premialita' per quei medici di famiglia e pediatri che tengono aperti studi medici nelle aree montane, nonche' si rechino a fare visite nelle localita' delle aree interne alpine e appenniniche. Non sono sufficienti progetti sperimentali o strutturati varati con la Strategia nazionale per le Aree interne, come le Case della salute e gli 'Infermieri di comunita'', ovvero altri modelli di welfare a meta' tra sanita' e assistenza messi a punto con la rete delle farmacie rurali e d'intesa sempre con le Asl. Si tratta di importanti sistemi per riorganizzare i servizi che pero' non bastano".
Uncem chiede al Governo e alle Regioni "di fare in fretta nel definire, in primis nei contratti integrativi regionali per i medici, degli incentivi anche economici per chi tiene aperto studi medici nei piccoli Comuni. Anche sul numero massimo di pazienti in carico, per le aree montane vanno individuate delle differenze: chi opera nelle aree montane, deve avere meno assistiti viste le complessita' territoriali che rendono diversi i tempi di intervento e copertura della rete. Proprio su istanza del Piemonte, con l'ex Assessore regionale Saitta che ha avuto con Uncem numerosi positivi confronti, e' stato inserito nella legge 60-2019 (la conversione del Dl Calabria, pubblicata in Gazzetta il 2 luglio) il comma 6 dell'articolo 12, che alla lettera b scrive che e' possibile "prevedere modalita' e forme d'incentivo per i medici inseriti nelle graduatorie affinche' sia garantito il servizio nelle zone carenti di personale medico nonche' specifiche misure alternative volte a compensare l'eventuale rinuncia agli incarichi assegnati".
Uncem chiede a Governo e Regioni "di dare seguito a questo comma per evitare la situazione peggiori e renda ancor piu' precari i servizi nelle aree montane". Uncem "conferma la disponibilita' a essere coinvolta nei tavoli organizzativi regionali e nazionali con i medici e i loro Sindacati".
(Comunicati)