Roma, 6 giu. - La scelta di partorire in casa rappresenta lo 0.5-2% dei casi a seconda delle aree geografiche. In Italia non ci sono dati precisi, ma si stimano circa 500 parti all'anno a domicilio o in casa maternita', quindi lo 0,1% dei circa 450.000 nati/anno. Alcune donne optano per il parto in casa, in una visione piu' olistica della gravidanza, da vivere in un ambiente piu' intimo e confortevole, come quello domestico. Da quando e' iniziata la diffusione del parto in ospedale, grazie alla costruzione degli stessi durante la meta' del secolo scorso, tuttavia, si e' considerevolmente ridotta la mortalita' e la morbilita' materna e neonatale, che attualmente hanno raggiunto in Italia livelli di assoluta eccellenza. Partorire in ospedale e' senza dubbio piu' sicuro che farlo tra le mura domestiche. Un recente studio israeliano lo conferma, dimostrando che con il parto in casa il rischio di complicazioni per mamma e neonato si triplica e la possibilita' di mortalita' neonatale e' 2,6 volte maggiore rispetto ad un parto in ospedale. La maggior parte delle donne sane va incontro ad una gravidanza a termine senza problemi e ad un parto fisiologico, che nella gran parte delle nascite potrebbe realizzarsi senza la necessita' di interventi medici.
Esiste, pero', una percentuale di rischio, in particolar modo nelle primigravide, che si verifichino complicanze improvvise e non preventivabili e che richiedono un intervento medico, del ginecologo e/o del pediatra-neonatologo, nonche' attrezzature e strumentazioni che solo un ospedale puo' garantire. Anche in caso di parto fisiologico, poi, ci sono tutti i controlli post-parto da fare per la valutazione completa sullo stato di salute del neonato come lo screening metabolico allargato, lo screening per le cardiopatie congenite, lo screening audiologico, il test del riflesso rosso, la valutazione ed il monitoraggio dell'iperbilirubinemia e ipoglicemia, calo ponderale, che possono essere effettuati soltanto in una struttura ospedaliera, grazie ad una equipe multidisciplinare altamente qualificata e specializzata.
In occasione della Giornata Mondiale del Parto in casa, che ricade il 6 giugno, la Societa' Italiana di Neonatologia (Sin), in accordo con molti altri organismi internazionali, ribadisce la sua posizione, continuando a sconsigliare vivamente la scelta di partorire a domicilio, poiche' anche nelle condizioni ideali non e' possibile escludere con certezza complicazioni per la salute di mamma e neonato. "I dati della letteratura scientifica dimostrano come il parto a domicilio comporti un aumentato rischio di mortalita' e morbilita' materna e neonatale, perche' a casa non e' possibile controllare adeguatamente parametri clinici e strumentali e, in caso di emergenza, e' piu' complicato intervenire tempestivamente- spiega il Prof. Fabio Mosca, Presidente della Sin- Non e' un caso che anche in Olanda, patria del parto a domicilio, questa pratica ha subito una costante e progressiva riduzione, passando da circa il 40% negli anni '90 al 17% del 2017. L'ospedale e' sempre il posto piu' sicuro dove partorire e comprendendo le ragioni di chi vorrebbe farlo presso la propria casa, la Sin e' impegnata da anni in attivita' tese a demedicalizzare l'evento parto, sia favorendo il comfort e l'intimita' anche in ospedale, sia migliorando strutturalmente le sale parto, sia attraverso il contatto pelle a pelle mamma-neonato, il rooming-in e incentivando l'allattamento al seno".
La piccola percentuale di mamme che, nonostante tutto, decide di optare per il parto in casa, deve, secondo la Sin, essere correttamente informata sui rischi cui va incontro e sulla organizzazione del parto a domicilio nella propria citta', per affrontare la nascita nelle condizioni di maggiore sicurezza possibile. In caso di emergenza e' fondamentale la presenza di un presidio ospedaliero attrezzato facilmente raggiungibile ed un trasporto rapido in ospedale con personale esperto. Devono essere, inoltre, garantiti a mamma e neonato tutti i controlli necessari nelle ore successive al parto.
(Comunicati)