Roma, 15 nov. - Era la fine del 1978 quando l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini promulgo' la legge 833 che istituiva il Servizio sanitario nazionale. Legge che fu pubblicata in Gazzetta ufficiale il 23 dicembre 1978. A 40 anni da quella data il Ssn viene celebrato oggi e domani a Roma dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) con un evento che ha raccolto autorita', esperti, professionisti per fare il punto e lanciare proposte per il futuro del Ssn.
"La professione medica ha in questi quarant'anni sempre garantito il diritto alla salute dei cittadini. L'attuale finanziamento del Ssn appare ancora insufficiente, urge una modifica dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale e delle regole che disciplinano la mobilita' dei cittadini nel Paese per l'accesso alle cure, al fine di consentire alle Regioni piu' povere di colmare il dislivello, le disuguaglianze, in termini di salute", ha sottolineato il presidente della Fnomceo Filippo Anelli.
"Il Ssn deve vivere su una corretta programmazione dell'accesso, sui corretti criteri della formazione e qualificazione della professione medica e su una definizione del giusto rapporto verso alcune sfide del cambiamento che sono di tipo demografico e di tipo tecnologico, legato anche all'intelligenza artificiale", osserva Alberto Oliveti, presidente dell'Enpam.
"Un altro fronte di preoccupazione e' quello legato alla carenza di medici - ha ricordato Anelli - Se tra dieci anni 33 mila medici di famiglia andranno in pensione, e solo 11 mila nuovi professionisti arriveranno a sostituirli, ci saranno 22 mila medici di famiglia in meno. E, a farne le spese, saranno 14 milioni di persone, che si troveranno senza medico di base oppure con un'assistenza sanitaria insufficiente. Non va meglio per i medici del Servizio sanitario nazionale: nei prossimi dieci anni ne verranno a mancare per pensionamento oltre 47 mila. La mancanza di medici che si e' venuta a determinare nel nostro Ssn deriva dall'aver sottostimato il numero di medici specialisti e di medici di medicina generale necessari. Si e' determinato cosi' un numero di medici laureati superiore al numero di borse di specializzazione/medicina generale disponibili e finanziate".
A fronte di cio', "ogni anno sono circa duemila i medici laureati che non hanno potuto portare a termine il proprio percorso formativo. Una condizione- osserva Anelli- che interessa circa 15 mila giovani medici laureati negli ultimi dieci anni, fermi in un 'limbo' dal quale e' sempre piu' difficile uscire, vittime di una procedura che rende vani gli sforzi e i sacrifici dei giovani e delle rispettive famiglie. Si dia allora la possibilita' a tutti i medici laureati, vittime di questo meccanismo, di accedere alle borse di specializzazione e medicina generale e di completare il loro percorso formativo, colmando cosi' le attuali carenze di medici specialisti del Ssn".
(Sor/ Dire)