Roma, 21 mar. - Pochi giorni fa l'ennesimo episodio, questa volta a Catania. Due medici, un uomo e una donna, aggrediti al Pronto soccorso dell'Ospedale Vittorio Emanuele della citta' siciliana. Il copione e' piu' o meno sempre lo stesso: mentre la dottoressa era oggetto di minacce verbali il suo collega veniva colpito al volto riportando un trauma contusivo alla faccia e al collo. Il tema delle violenze ai camici bianchi e' ormai una delle emergenze di questi mesi. Del resto i dati diramati dalla FNOMCeO parlano chiaro: ogni anno 1200 aggressioni agli operatori sanitari, una media di tre episodi al giorno. Una situazione che ha spinto il Ministro della Salute ha creare un Osservatorio nazionale sul tema. "Una delle soluzioni erano contenuto in una vecchia circolare del Ministero mai applicata: il medico o il sanitario non devono lavorare da soli ma sempre insieme ad altri", spiega a Sanita' Informazione il presidente OMCeO Roma Antonio Magi.
- Presidente Magi, i dati della FNOMCeO sul tema delle aggressioni ai medici sono molto allarmanti. Ogni giorno tre professionisti della sanita' vengono aggrediti. Possiamo parlare ormai di emergenza? "Una grande emergenza. Questa e' una delle cose che ci preoccupa di piu', anche perche' dobbiamo recuperare quella che e' l'alleanza tra medico e paziente. Purtroppo tra i tagli alla sanita' e il blocco del turnover, si sono create delle condizioni di lavoro che spesso sono difficili. Il tempo che il medico puo' dedicare al paziente comincia ad essere sempre di meno. Manca la comunicazione. Molte di queste aggressioni sono causate proprio dalla mancanza di comunicazione tra medico e paziente per cui il paziente si sente solo. Molto spesso questo viene causato anche dalla disorganizzazione. Il paziente spesso arriva sensibilmente e comprensibilmente esasperato cosi' che puo' capitare l'atto di violenza. Poi c'e' la violenza sulle donne medico che ovviamente sono le piu' sensibili, le piu' facili da colpire perche' sono le piu' deboli. Qui subentra un altro tipo di situazione, c'e' una difficolta' a colloquiare in maniera garbata con una collega giovane. Molto spesso sono colleghe giovani che si ritrovano anche da sole a lavorare. Molte di queste aggressioni oltre che nei punti di emergenza accadono di frequente anche nei reparti di salute mentali. Molti degli aggrediti sono psichiatri, come accadde a Bari dove una psichiatra fu accoltellata e mori' nel tentativo di fare il suo lavoro".
- Venerdi' si riunisce l'Osservatorio permanente del Ministero contro la violenza agli operatori sanitari. Secondo lei quali soluzioni si possono adottare per far fronte a questo problema? "Il Ministero fa bene a fare l'Osservatorio, pero' voglio ricordare che qualche anno fa, nel 2007, il Ministero della Salute ha emanato una circolare sulla sicurezza nel posto di lavoro. Basterebbe rispettare quella. Una delle soluzioni li' contenute era che il medico o il sanitario non possono lavorare da soli ma sempre insieme ad altri. Tra le altre cose si prevedeva la possibilita' che in ogni sala visita, oltre alla coppia di medici o alla coppia di infermieri, fosse presente anche un mediatore culturale. In questi anni abbiamo soltanto tagliato i posti di lavoro quindi altro che piu' persone, forse delle volte manca anche il singolo operatore. Basta rispettare quello che era stato scritto in quel momento e ovviamente creare dei protocolli di comportamento perche' anche il medico dev'essere preparato a poter in qualche modo reagire e poter prevenire eventuali atti di violenza".
- Parliamo di contratto della dirigenza medica. La trattativa sembra un po' arenata. Lei cosa auspica? "Io auspico che finalmente il mondo politico si renda conto dell'importanza dell'investimento umano in sanita'. Voglio far notare che tra contratti della convenzione e contratti della dipendenza si sta investendo per i nuovi contratti solo un miliardo di euro su 114 di fondo sanitario. C'e' qualche squilibrio, non si riesce a capire come mai con 114 miliardi a disposizione si investe soltanto un miliardo per rinnovare i contratti in un modo, come sappiamo, molto strano, addirittura senza aver avuto preventivamente l'assenso del Mef".
(guarda il video)
(Wel/ Dire)