(DIRE) Roma, 20 mar. - Le Casse dei professionisti hanno firmato le convenzioni sul cumulo e le hanno inviate simultaneamente via pec all'Inps, rimuovendo l'ultimo ostacolo formale al pagamento degli assegni a chi ha gia' fatto domanda. "Con quest'atto le Casse intendono togliere ogni alibi all'Istituto pubblico, che da mesi sta ritardando l'adempimento di una legge. Se l'Istituto continuera' a non pagare, d'ora in poi gli interessati potranno azionare eventuali rimedi giudiziari nei confronti dell'Inps", precisa l'Adepp.
Il documento firmato prevede che le Casse si facciano carico delle quote di pensione di propria competenza e degli stessi oneri gia' previsti per le pensioni in totalizzazione. Le condizioni cioe' sono identiche a quelle previste dalla convenzione gia' esistente con l'Inps e pacificamente in vigore dal 2007. Quest'anno l'Inps aveva invece avanzato la pretesa di addebitare un importo fino a un massimo di 65,04 euro per ogni pratica di cumulo. Non solo: l'istituto chiedeva di mettere a pagamento anche le pratiche di totalizzazione, che sono state sempre gratuite.
Secondo le Casse queste pretese non hanno fondamento. Infatti a seguito dell'estensione del cumulo alle casse professionali, lo Stato ha riconosciuto all'Inps un maggior finanziamento che, a regime, raggiungera' l'importo di 89milioni di euro all'anno.
"Queste risorse sono finanziate con le tasse pagate da tutti i contribuenti italiani, compresi i professionisti e le loro Casse. Sarebbe una discriminazione inaccettabile imporre ai nostri iscritti di pagare lo stesso costo due volte", dichiara il presidente dell'Adepp Alberto Oliveti.
Inoltre le Casse, per rispettare la legge, hanno gia' accettato di accollarsi i maggiori costi pensionistici derivanti dal cumulo, senza ricevere alcun ristoro da parte dello Stato, e non hanno nemmeno chiesto all'Inps di rimborsare loro i costi amministrativi che dovranno sostenere per istruire le pratiche di pensione anche per le quote di competenza dell'istituto pubblico.
Infine non e' chiaro a cosa dovrebbero servire questi 65,04 euro, visto che gli uffici Inps li hanno chiesti per coprire dei costi che l'istituto dovrebbe comunque sostenere se l'iscritto non facesse domanda di pensione in cumulo ma chiedesse la pensione per via ordinaria (Le motivazioni addotte da Inps sono: "informazioni sulle eventuali variazioni pensioni", "richiesta cambio ufficio pagatore", "cessione del quinto", "pignoramenti", "altre attivita' legate alla circostanza che il pagamento sia gestito da Inps").
"Se l'Inps ha cosi' tanti problemi a gestire le pensioni in cumulo, le Casse si offrono volontarie per pagarle loro gratuitamente", dichiara Oliveti.
Le ragioni della "Tassa Boeri" sarebbero altre. In una lettera aperta inviata venerdi' ai professionisti italiani, il presidente dell'Inps ha messo nero su bianco che le maggiori risorse servirebbero, ad esempio, ad assumere nuovi funzionari per accelerare il pagamento delle pensioni ex Inpdap. Cioe' per scopi che nulla hanno a che vedere con le pensioni in cumulo dei professionisti.
Nella lettera Tito Boeri ha anche ammesso che la procedura informatica per la gestione del cumulo, che era stata annunciata per i primi di marzo, non e' stata pubblicata per via dei 65 euro.
L'Adepp aveva gia' sollecitato l'Inps a dare il via al cumulo accantonando la questione del pagamento di eventuali costi gestionali, che Inps e le Casse potranno definire successivamente tra di loro, eventualmente anche per via giudiziaria.
(Wel/ Dire)