(DIRE) Roma, 15 mar. - "Un'altra fumata nera dal tavolo di confronto per il rinnovo per il rinnovo del contratto della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria per il triennio 2016-2018. Siamo convinti che questo stallo dipenda dal fatto che gli organi sindacali rifiutano di accettare le 'deroghe' alle norme sugli orari di servizio e sui 'riposi'. Tutto questo e' finalizzato esclusivamente ad un risparmio immediato attraverso un aggravio dei carichi di lavoro per i Dirigenti gia' assunti, evitando cosi' nuove assunzioni che nulla hanno a che fare con la stabilizzazione dei Precari, eticamente doverosa". Cosi' Alessandro Garau, segretario nazionale del Coas Medici dirigenti in merito al fatto che le sigle sindacali hanno abbandonato il tavolo di confronto politico per il rinnovo del contratto della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria per il triennio 2016-2018.
"Non e' tollerabile che un aggravio dei carichi di lavoro venga scambiato con aumenti medi inferiori ai 100 Ç mensili, dopo anni di blocco delle contrattazioni e degli stipendi. Sarebbe un ritorno al passato per gli aspetti normativi; gli aspetti normativi ci sembrano preminenti rispetto all'aspetto stipendiale. Anzi, l'accento delle OO.SS. sugli aspetti economici (peraltro giustificatissimi) non deve spostare l'attenzione rispetto alle derive dirigistiche in campo normativo. Queste ultime ci sono state segnalate come gia' in atto presso numerose Aziende Sanitarie ed intere regioni. I ricorsi alla magistratura del lavoro sono purtroppo gravati da tempi cosi' lunghi e costosi che risultano oltre che incerti anche intempestivi nel risultato finale. In questa situazione il Coas Medici spera che la nuova situazione politica creatasi dopo il 4 marzo, possa servire a frenare la deriva verso l'approvazione contrattuale delle deroghe previste nell'Atto di indirizzo. Riteniamo che questo documento della Conferenza delle Regioni debba ritenersi superato, in quanto prodotto e stilato in un diverso clima politico, basato su un equilibrio di forze notevolmente diverso", conclude Garau.
(Wel/Dire)