(DIRE) Roma, 9 mar. - Nel 2017 si sono verificati circa 2.500 nuovi casi di tumori del testicolo, pari all'1% di tutti i tumori maschili. Negli uomini sotto i 50 anni e' la neoplasia piu' frequente e rappresenta il 12% di tutti i casi incidenti, mentre oltre i 50 anni e' una neoplasia piuttosto rara. Il rischio di sviluppare un tumore del testicolo e' pari a 1 su 191: il rischio dunque e' molto elevato solo nei giovani e si riduce drasticamente nelle eta' avanzate. È quanto fa sapere la Fondazione Irccs - Istituto nazionale dei Tumori (Int).
Il trend di incidenza dei tumori ai testicoli appare quindi in aumento, statisticamente significativo (+1,9% per anno), mentre l'incidenza mostra tassi lievemente piu' elevati nel nord Italia, rispetto al centro e al sud. La sopravvivenza a 5 anni in Italia e' pari al 90,2%, in linea con la media europea. In merito invece al tumore al pene, sempre nel 2017 si sono verificati circa 500 nuovi casi. È frequente soprattutto negli over 50, con la maggiore concentrazione di casi nella fascia di eta' oltre i 75 anni e un tasso di prevalenza simile nelle diverse aree geografiche. La sopravvivenza media a 5 anni si attesta intorno al 74%.
Intanto, per questo tipo di tumori esiste ancora una scarsa cultura alla prevenzione, pudori e tabu' che si originano nella famiglia. Risultato: le diagnosi continuano con troppa frequenza a essere tardive. "Stupisce come ancora oggi ci siano uomini che arrivano dall'oncologo con una patologia in fase avanzata- commenta Roberto Salvioni, direttore S.C. Chirurgia Urologica dell'Int- Purtroppo pero' i dati di alcuni anni fa non sono cambiati: otto uomini su dieci non si sottopongono neppure a una visita urologica nella loro vita. Cosi', ad esempio, non e' raro che la diagnosi di un tumore dei testicoli avvenga casualmente, quando la coppia si rivolge a un Centro per problemi di infertilita'".
Eppure, basterebbe poco per cambiare l'approccio dei maschi alla prevenzione e alla diagnosi precoce: educarli fin da piccoli a un'attenta igiene e all'autocontrollo di genitali e pene. Sono le due regole salvavita che tutti dovrebbero rispettare a partire dai dieci anni. "Ai bambini va insegnato come detergere correttamente le parti intime prima dell'inizio della vita sessuale- aggiunge Salvioni- Questo vale sempre e soprattutto per gli uomini che alla nascita non sono stati sottoposti alla circoncisione. Oggi e' scientificamente assodato infatti che nelle popolazioni maschili dov'e' presente questa pratica, il rischio di tumore del pene e' molto basso".
La ragione? La preservazione del prepuzio, cioe' della piega cutanea che ricopre il glande, fa si' che con grande facilita' si formino ristagni di secrezioni. Alla lunga, si crea uno stato di irritazione cronica che rappresenta un fattore di rischio oncogeno. "Imparare a detergersi accuratamente, anche nella zona sotto il glande- puntualizza ancora l'esperto- evita anche la fimosi, il principale fattore di rischio di tumore del pene. E' la formazione di tessuto cicatriziale a seguito di una condizione infiammatoria cronica, che impedisce di scoprire il glande".
Il momento dedicato all'igiene personale diventa l'occasione per controllare anche i testicoli. A ribadirne l'importanza e' l'American Cancer Society: l'acqua calda rilassa la pelle dello scroto rendendo piu' facile la palpazione. "Bisogna scardinare quei tabu' che in molte famiglie sono ancora purtroppo ben radicati- sottolinea Salvioni- Non c'e' nulla di male nel toccarsi. Anzi. Proprio toccandosi i testicoli nel momento dell'igiene quotidiana e' possibile cogliere differenze nella forma, oppure nella consistenza, che potrebbero essere un segnale precoce di malattia. Cosi' come, osservando e palpando il pene, si possono trovare macchie, rigonfiamenti e in generale qualcosa di diverso dal solito, da segnalare al proprio medico".
Si' anche alla vaccinazione anti hpv, perche' la presenza di un'infezione da Papillomavirus aumenta il rischio da quattro a otto volte. Il vaccino e' gratuito per i dodicenni, cosi' come avviene gia' per le ragazzine ed e' stata introdotta anche per i maschi la chiamata attiva, cioe' tramite invito da parte della asl. Unico 'neo', queste possibilita' al momento non c'e' in tutta Italia.
"E' un problema da risolvere in tempi rapidi perche' stiamo notando un abbassamento dell'eta' di insorgenza del tumore del pene, legato alle infezioni virali da Papillomavirus- chiarisce Salvioni- Circa il 30% dei casi di tumore tra gli under 50, infatti, sono causati dall'hpv. Rendere disponibile la vaccinazione su tutto il territorio nazionale pero' non e' sufficiente. Occorre potenziare l'informazione ai genitori di figli maschi sull'efficacia protettiva del vaccino nei confronti di questo carcinoma: il condom e' un'efficace barriera, e per questo va sempre utilizzato, ma non permette una protezione totale contro il virus".
La scelta del trattamento e la probabilita' di guarigione dipendono dallo stadio della malattia. "Il tumore del testicolo si cura con successo in 9 casi su 10 quando la diagnosi e' precoce: la chirurgia e' la terapia principe, ma va eseguita solo in Centri di eccellenza. Abbiamo dati positivi elevati anche per quanto riguarda il tumore del pene: se viene colto precocemente, e' possibile intervenire con un mix di laser e chemioterapia- conclude l'esperta- con la conservazione dell'organo in oltre sei casi su dieci".
(Wel/ Dire)