(DIRE) Roma, 30 mag. - Un nemico come il linfoma va messo alle strette. Mai abbassare la guardia. Perche' in Italia fa registrare 12 mila nuovi casi ogni anno, soprattutto nella forma non Hodgkin (circa 10 mila nuovi casi). Piu' raro, circa 1.200 nuovi casi l'anno, il linfoma di Hodgkin ma anche quello che spaventa di piu' visto che costituisce il 6-7% dei tumori infantili. Un nemico che va aggredito con tutte le armi a disposizione. E sono diverse.
"Al Bambino Gesu' di Roma - dice Giuseppe Maria Milano, oncologo pediatra del Dipartimento di oncoematologia del Bambino Gesu' di Roma diretto da Franco Locatelli - partiremo con la sperimentazione dell'immunoterapia con le cosiddette CAR-T cell anche nei linfomi, dopo i promettenti risultati ottenuti nelle leucemie. In estrema sintesi possiamo dire che grazie ad un banale prelievo di sangue del paziente si prendono i linfociti T che, adeguatamente trattati, diventano armi in grado di identificare e distruggere le cellule tumorali. Una volta trattati questi linfociti sono di nuovo immessi nel paziente e inizia la 'battaglia' del sistema immunitario contro il cancro". Tutto il possibile, dunque, per mettere alle corde un tumore, anzi un gruppo di tumori perche' le forme di linfoma sono molte, che inizia in modo spesso subdolo, silente.
Tutto il possibile, quindi. E per sensibilizzare l'opinione pubblica, ci si confrontera' domenica 3 giugno, a Roma, al Pantheon Piazza della Rotonda a partire dalle ore 15 . Si inizia con un flash mob e poi hip hop, balli acrobatici, pizzica, musica dal vivo. L'evento e' patrocinato da AIL - Associazione Italiana contro le leucemie - linfomi e mieloma Onlus; ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo; Regione Lazio; Coni e Roma Capitale.
"Perche' il cancro non e' contagioso, l'amore si' - ha spiegato Anna Milici presidente di Linfoamici Onlus, un'Associazione al fianco dei pazienti - la sopravvivenza per fortuna grazie alle terapie, dalla chemioterapia, ai farmaci immunoterapici 'a bersaglio', ai farmaci molecolari, danno risultati importanti: la sopravvivenza per il linfoma di Hodgkin e' dell'80%, per la forma non Hodgkin del 40-60%. Risultati incoraggianti ma non abbastanza. Ecco perche' e' importante tenere alta l'attenzione su questi tumori, anche sensibilizzando l'opinione pubblica. Spesso si arriva alla diagnosi con 6 mesi di ritardo perche' i sintomi sono cosi' aspecifici che si perde tempo. Ma la terapia del linfoma ha bisogno anche di un altro ingrediente: l'entusiasmo, il coraggio, la voglia di combattere".
Ecco perche' Giuseppe Maria Milano sara' al fianco dell'Associazione Linfoamici Onlus il prossimo 3 giugno. Perche' il linfoma si combatte anche a suon di pizzica e con molti abbracci. "Quando i volontari di Linfoamici arrivano in corsia - dice Giuseppe Maria Milano, medico oncologo pediatra del Dipartimento di oncoematologia del Bambino Gesu' di Roma diretto dal Locatelli - e' per tutti noi una grande gioia. Perche' rappresentano un valore aggiunto: hanno saputo coniugare l'attivita' di fundraising con la giusta attenzione per il paziente. Con un linguaggio fresco, alla mano, empatico. Danno un messaggio che e' di per se' una 'terapia' e cioe' il coraggio dell'esempio. 'Se ce l'ha fatta lui, ce la posso fare anche io'. Ma soprattutto volontari e pazienti parlano la stessa lingua perche' hanno vissuto la stessa esperienza. E anche per noi sanitari sono di grande supporto".
"Linfoamici e' un'Associazione nata da un abbraccio - racconta Anna Milici, presidente Linfoamici Onlus - tra ragazzi guariti e ragazzi ancora li' in prima linea a combattere con la malattia. Tutto e' iniziato 12 anni fa, con un gruppo facebook. Era il luogo dove parlare, confrontarci e confortarci. Fino a quando a Marta, 12 anni, e a Giacomo, 17, non venne l'idea di vederci non piu' in una piazza virtuale ma reale. E cosi' scegliemmo Roma, a meta' strada per tutta Italia, la piazza del Pantheon e la prima domenica di giugno. Ci incontrammo e ci stringemmo in un abbraccio senza parole. Da allora sono passati degli anni, abbiamo deciso di dare vita all'Associazione e di incontrarci ogni anno, la prima domenica di giugno, in quella stessa piazza. Da allora, pero' sono cambiate molte cose. Marta e Giacomo non ci sono piu' ma il loro entusiasmo non ci ha mai abbandonato. Anzi, e' diventato contagioso e negli anni siamo diventati molto di piu'".
(Wel/ Dire)